Valente: «Fuori dai centri chi ha problemi psichici» 

Il direttore della Caritas accusa: «È così che le situazioni scappano di mano» Attacco al decreto Sicurezza: «Con meno fondi aumenterà la tensione»



BOLZANO. Salvini battezza proprio in Alto Adige il decreto Sicurezza, che dovrebbe garantire l’espulsione del richiedente asilo nigeriano arrestato per tentata violenza all’interno del centro di accoglienza di Bressanone. In realtà Salvini nel suo tweet afferma che il diciannovenne è stato arrestato «per avere violentato» l’operatrice. Una vicenda grave, la tentata violenza, su cui il mondo dell’accoglienza interviene per dire che dallo Stato ci si aspetta più risorse, non meno risorse. Ed è il decreto Sicurezza (votato al Senato, ora al voto della Camera) a finire sul banco degli imputati con previsioni allarmanti. Paolo Valente, direttore della Caritas, ieri si è informato sui fatti di Bressanone e commenta: «Sembra che il diciannovenne nigeriano abbia problemi psichici. Una persona così non deve stare nei centri, ha bisogno di un altro tipo di assistenza. Questo è un tema che segnaliamo da anni a livello nazionale. C’è un problema di richiedenti asilo con problemi psichici: è intuibile, sapendo cosa si sono lasciati alle spalle, dai loro Paesi di provenienza alle torture in Libia. Serve una accoglienza migliore, più articolata, ma il decreto Sicurezza va nella direzione opposta. Il taglio dei finanziamenti, da 35 euro a 19 euro al giorno, non per i richiedenti asilo ma per le organizzazioni che li accolgono, significa che ci saranno meno fondi per i corsi di lingue, per prepararli al lavoro e integrarli». Ancora Valente: «La cancellazione della protezione umanitaria, che rappresenta l’assoluta maggioranza dei casi, comporterà che ci saranno in giro per le città molti “invisibili”: questa sì è una situazione pericolosa». Dura l’accusa di Valente: «La Caritas altoatesina e nazionale, moltissimi Comuni italiani, le associazioni impegnate nell’accoglienza danno una lettura corale del decreto: gli effetti verranno scaricati sui Comuni, andremo incontro a una esasperazione del clima. La tensione provoca violenza. È esattamente questo l’obiettivo: creare il caos, per vendere meglio il prodotto elettorale basato sulla paura. E tutto questo sulla pelle delle persone, i comuni cittadini e i richiedenti asilo».

Valente informa che un documento con un elenco di proposte di modifica al decreto è stato firmato dalla Caritas italiana insieme a A Buon Diritto, Acli, ActionAid, Amnesty International, arci, Avvocato di Strada, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, cnca, Comunità di S. Egidio, Emergency, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Intersos, Medu, Medicin du Monde Programma Italia, Msf, Oxfam Italia, Save The Children e Senza Confine del Tavolo Asilo Nazionale.(fr.g.)













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