Velturno, arrestato un imprenditore: esportava refurtiva

La Guardia di Finanza sgomina una banda internazionale L’altoatesino faceva da mediatore tra ladri e clienti



VELTURNO. L’imprenditore residente a Velturno ha un’impresa tutta sua, con sede a Innsbruck, del tutto regolare, ma forse per arrotondare i guadagni ha deciso di mettere a disposizione i suoi agganci e le sue conoscenze per svolgere anche la funzione di intermediario nella vendita di mezzi rubati altamente tecnologici, diventando il fulcro di una rete internazionale sgominata dalla Guardia di finanza di Trieste con la collaborazione dei colleghi brissinesi. Caso ha voluto che tutta l’indagine sia stata condotta dal maggiore Gabriele Baron, il quale aveva cominciato la sua carriera proprio alal guida della tenenza di Bressanone dieci anni fa.

L’operazione «Super truck» ha portato in carcere complessivamente sei persone mentre alle quattro sono state denunciate. Il tutto parte da un’autopompa per calcestruzzo in transito dal porto di Trieste e destinata alla Siria. Il mezzo risultava rubato e quindi la Finanza ha seguito a ritroso le tracce lasciate dal veicolo, trovandosi inaspettatamente nel bel mezzo di un traffico in grande stile di veicoli industriali di un certo pregio che riguardava il Nord Italia, ma arrivava a coinvolgere anche il Nord Europa, il Medio Oriente e il Nord Africa. I mezzi rubati in Europa, infatti, erano destinati a mercati soprattutto mediorientali, sia per la carenza di controlli, sia soprattutto perché il valore della merce schizzava alle stelle, essendo particolarmente carente sul posto.Il giro d’affari, calcolato per difetto, viaggiava sui 3 milioni di euro. Da mesi la banda - 5 italiani, 2 siriani, 1 algerino, 1 kosovaro e 1 rumeno - forzava cantieri del Nord Italia e rubava veicoli industriali (anche dei rimorchi carichi di prosecco) come trattori stradali, betoniere, autopompe, ruspe, modificandone poi documenti e numero di telaio prima di avviarli al porto di Trieste per l’esportazione. La Guardia di finanza è risalita almeno a 12 veicoli che hanno seguito questo destino. Il ruolo dell’imprenditore di Velturno, un kosovaro che già si occupava di commercio internazionale con la sua azienda regolare, è stato ricostruito dagli uomini del maggiore Baron. Per i militari, infatti, l’uomo svolgeva una funzione di mediazione e trovava i clienti giusti ai quali vendere i mezzi rubati.

Messi assieme tutti i pezzi del complesso puzzle è scattato l’annientamento della banda: 30 militari hanno arestato 4 persone (alre due erano già state arrestate in corso delel indagini). All’operazione ha partecipato anche la tenenza di Bressanone, così come sono state coinvolte quelle operative sui territori di Milano, Monza, Como e Lecco.

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