Vendevano droga davanti alle scuole

La polizia sgomina la banda che spacciava agli studenti: 4 arrestati. Piazzavano sul mercato 5 chili di hashish la settimana


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Cinque chili di hashish alla settimana. Era il livello di consumo su cui una banda di spacciatori al minuto poteva far conto per alimentare il proprio business legato alla droga. L’operazione denominata «Falange 2012», portata a conclusione dalla polizia, ha spazzato via il gruppo. Complessivamente gli arresti sono stati dieci. Altre due persone sono state denunciate a piede libero. Otto i chili di hashish sequestrati. Lo spaccio al minuto, destinato anche ai giovanissimi negli ambienti scolastici, era curato da quattro elementi che operavano a tempo pieno, tre a Bolzano, uno a Merano. Nel capoluogo, due abitavano nello stesso palazzo di via Del Ronco ove è ospite il Sert, il servizio che cura le tossicodipendenze. Un terzo aveva trovato alloggio in via Defregger mentre lo spacciatore che si occupava di Merano abitava in via Roma 187. Il giro garantiva introiti rilevanti. Nell’ambiente dello spaccio Bolzano è considerata una piazza decisamente interessante.

Lo ha ammesso anche uno degli arrestati che, sotto interrogatorio, ha candidamente dichiarato che a Bolzano «c’è lavoro» (intendendo ovviamente la possibilità di spaccio anche tra i più giovani). Un fenomeno che sta mettendo in allarme gli inquirenti. Ieri il capo di Gabinetto Stefano Mamani ha rivelato un episodio inquietante avvenuto in un istituto scolastico bolzanino e cioè un pestaggio tra studenti a conclusione di una diatriba legata al mancato pagamento di una fornitura di hashish. Ma l’aumento del consumo di droga da parte di giovanissimi a Bolzano sta incrementando anche gli episodi di microcriminalità a Bolzano perché sono proprio i giovanissimi a cercare i soldi necessari ad acquistare la dose. L’operazione della polizia, conclusa ieri, aveva preso le mosse il 22 agosto scorso a seguito della cessione di stupefacente ad una ragazza 24enne e ad un 17enne di Bolzano. L’operazione della polizia ha permesso di scoprire che il gruppo di spaccio era riuscito a mettere in piedi una serie di ramificazioni importanti per operare anche in periferia. Lo spaccio sistematico, (soprattutto di hashish ma anche di cocaina), avveniva non solo a Bolzano ma anche a Merano e a Bressanone. I margini di guadagno per il gruppo erano rilevanti. L’organizzazione era in grado di garantirsi rifornimenti dal Bresciano ogni settimana. Per ogni chilo di hashis era necessario un investimento di circa 2500 euro, ma l’affare era garantito in quanto l’hashish veniva piazzato al dettaglio a non meno di 8 o 10 euro al grammo. Per ogni chilo portato in Alto Adige il gruppo si garantiva, dunque, un guadagno netto di circa 7000 euro. Posto che solitamente ogni settimana venivano piazzati 5 chili di hashish il guadagno netto del gruppo arrivava a circa 35 mila euro a settimana. Ecco perché gli spacciatori al minuto agivano a tempo pieno.

Un particolare indicato nell’ordinanza di custodia cautelare, anche dal giudice Walter Pelino che sottolinea proprio la pericolosità sociale di soggetti abituati a vivere spacciando. «Più che evidente - si legge nell’ordinanza del giudice - la pericolosità degli indagati considerando verosimile il fatto che traggano dallo spaccio di sostanze stupefacenti la loro principale ed unica fonte di reddito». Come detto complessivamente l’operazione che si è sviluppata da agosto in poi ha portato all’arresto di dieci persone e alla denuncia a piede libero di altre due. L’altro ieri gli inquirenti hanno inflitto il colpo definitivo all’organizzazione con l’arresto di quattro importanti pedine. Sono tutti marocchini: Mostafa Er Emyoy di 27 anni, i fratelli Youssef e Mustapha El Hachimi, rispettivamente di 31 e 33 anni e Abdelhak Ghannami, 36 anni. Quest’ultimo è stato individuato ed arrestato in Sardegna ove aveva cercato negli ultimi giorni di far perdere le proprie tracce.

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