Vendevano oro, ma erano patacche
Due denunce. E un bolognese pagava con assegni scoperti
BRUNICO. Non è tutto oro quel che luccica. Proverbio forse abusato, ma certo efficace per riassumere la vicenda che vede protagonisti due truffatori napoletani e il titolare bolzanino di una società di compravendita di oro con una filiale a Brunico e una a Trento. La storia si sviluppa in modo assai semplice e può considerarsi un classico della truffa: riuscire a vendere degli oggetti di scarso valore spacciandoli per gioielli d'oro.
I due campani denuciati - E.B. di 42 anni e L.V. di 40 - avevano fatto visita a entrambi negozi e, nello stesso giorno, erano riusciti a piazzare tre collane che, ai primi controlli compiuti dalle commesse, erano sembrate davvero di oro. A scoprire l'amara verità era stato il titolare il quale, forte di una maggiore esperienza, aveva compiuto verifiche più approfindite sui monili che, nonostante il notevole peso, ero risultati di metallo tutt'altro che nobile. Tanto che il loro valore effettivo era circa il 5 per cento degli oltre mille euro pagati complessivamente all'acquisto.
E così, il commerciante s'è subito rivolto alla Questura di Bolzano per denunciare quanto accaduto e, in breve, gli investigatori della Squadra Mobile hanno rintracciato i due autori della truffa, scoprendo che i documenti presentati all'atto della vendita erano palesemente contrattaffatti, così com'erano falsi anche i numeri del «codice oro» marchiato sulle tre collane. I due napoletani, che alle spalle hanno specifici precedenti di polizia, sono stati denunciati per i reati di truffa continuata in concorso, sostituzione di persona e falsità documentale. Altro tipo di truffa, invece, è quella messa segno nei giorni scorsi da un bolognese - S.M. le iniziali - di 58 anni nei paesi della Val Pusteria.
L'uomo, sempre ben vestito e dai modi gentili, entrava negli esercizi commerciali, faceva compere sostanziose - in qualche caso ha speso anche 3500 euro - e poi pagava con assegni di un istituto bancario milanese che risultavano puntualmente scoperti. Il sistema ha funzionato per un po', poi tra i commercianti ha iniziato a girare la voce e alcuni di loro hanno deciso di rivolgersi al Commissariato di San Candido.
Il dirigente ha subito disposto una serie di servizi mirati e, nel giro di breve tempo, gli agenti sono riusciti a identificare e fermare in truffatore. Si è così scoperto che il bolognese, vero e proprio professionista del settore con numerosi precedenti, aveva commesso simili truffe anche l'anno scorso, sempre nelle stese località della Pusteria. È stato denunciato per truffa continuata. (p.t)