il caso

Venti nuove farmacie ferme da cinque anni

Assegnazioni bloccate ora dai ritardi di Laives. L'assessora Stocker: «O Bianchi si attiva o nomino un commissario»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. «Sono ormai 5 anni che aspettiamo di aprire una farmacia pur avendo tutte le carte in regola. E questo anche perché ci sono Comuni altoatesini che non rispettano nemmeno le sentenze del Tar. Ci auguriamo che la Provincia intervenga con più rigore per sbloccare e risolvere la situazione»: a parlare è una delegazione dei venti farmacisti che si sono aggiudicati le nuove sedi: 6 a Bolzano (Rencio, via Fago, Casanova, zona Twenty, via Maso della Pieve e una parte di viale Druso), 2 a Merano e Bressanone e 1 a Laives, Brunico, Appiano, Lana, Caldaro, Renon, Sarentino, Silandro e in Valle Aurina.

I Comuni che tenevano in scacco la Provincia erano Silandro e Laives, che - a causa di alcuni ricorsi - non avevano individuato le sedi di pertinenza delle nuove farmacie. Adesso Silandro si è adeguato, mentre Laives - piuttosto inspiegabilmente - nicchia ancora. «È dal marzo 2016 - sottolineano i farmacisti - che il Comune della Bassa Atesina non individua le zone di pertinenza. E così facendo blocca l’assegnazione di 20 farmacie. Un fatto, questo, per noi inaccettabile. Per i vincitori del concorso si tratta anche di un danno economico non da poco».

I farmacisti pongono anche l’accento sul mancato servizio reso ai cittadini. «L’abbassamento del quorum (meno abitanti per farmacia ndr) mira a rendere più capillare ed efficiente la distribuzione farmaceutica sul territorio. Pensiamo agli anziani e alle persone con difficoltà deambulatorie. E questo anche in vista dell’ormai prossima “Farmacia dei servizi”, con tanto di Cup».

Della vicenda si è interessato soprattutto il consigliere provinciale del Movimento Cinque Stelle Paul Köllensperger, che ha presentato un’interrogazione all’assessora Martha Stocker sui tempi relativi alle aperture delle nuove farmacie. E la risposta, almeno sulla carta, sembra essere soddisfacente. «Riteniamo - si legge nella risposta - di poter procedere all’assegnazione delle farmacie prima dell’estate. Dobbiamo adeguare la delibera della giunta provinciale del maggio 2014 alla modifiche delle zone di Silandro e Laives, avvenute in seguito alle due sentenze del 2016».

Silandro, come detto, nel frattempo ha fatto il suo dovere individuando la zona di pertinenza della nuova farmacia. Laives, invece, no. Ieri l’assessora provinciale Martha Stocker si è spinta oltre garantendo che se il Comune non dovesse fare la sua parte in tempi brevissimi invierà il commissario, come prevede il Decreto Salva-Italia.

«Abbiamo scritto al Comune di Laives, ma se il sindaco non dovesse attivarsi in tempi brevissimi sarà mia premura nominare un commissario affinché proceda d’ufficio. Non vorrei fare la parte di chi si intromette a tutti i costi, ma questa volta il ritardo è più che evidente». L’ufficio provinciale competente ha spiegato ieri di aver dato al Comune di Laives 60 giorni di tempo che dovrebbero scadere tra la fine di aprile e l’inizio di maggio. C’è chi sostiene peraltro che dietro ai ritardi per le nuove aperture ci sia anche la potente lobby dei farmacisti. Molti, con le nuove aperture, vedranno dimezzarsi i fatturati. I cittadini, al contrario, non vedono l’ora. Più farmacie significa anche meno code.













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