Verdi e Pd, prove di alleanza 

Incontro ieri sulle politiche. Candidatura di Palermo, continua il pressing 



BOLZANO. Una cosa è certa, afferma costernata Brigitte Foppa, «la colpa è tutta di questa orrenda legge elettorale». Verdi e Pd si sono incontrati ieri, a margine del consiglio comunale, per un veloce giro di pareri sulle alleanze per le elezioni politiche. Da un lato i co portavoce Brigitte Foppa e Tobias Planer, dall’altro il segretario del Pd Alessandro Huber, con Miriam Canestrini e Mauro De Pascalis, nominato «ambasciatore» per i contatti con il centrosinistra. Il Pd propone ai Verdi una alleanza altoatesina, come sta maturando nel resto d’Italia. Ma i Verdi di Bolzano non appartengono alla federazione nazionale dei Verdi, quindi possono muoversi in autonomia. E per tornare alla legge elettorale, Brigitte Foppa accusa, «è una legge ritagliata su misura per le alleanze, ma il centrosinistra arriva spaccato. Il Pd, tra gli autori della legge, finirà stritolato. Per non parlare della situazione locale, con le norme pensate su misura per la Svp, che riducono al minimo la possibilità di elezione di esponenti dell’opposizione». Molte ipotesi e ancora nessuna decisione per i Verdi, che oggi riuniranno il direttivo provinciale. Una parte dei Verdi spinge per l’accordo con il Pd, una parte punta alla sinistra di «Liberi e uguali». «Ci sono poi altre due opzioni: non partecipare o correre da soli. La prima ipotesi non mi piace. La seconda è quasi impossibile per la legge elettorale», riferisce Brigitte Foppa. Giornate difficili. «Sarà una scelta molto complicata. Sia l’alleanza con il Pd che con la sinistra hanno ragioni a favore e contrarie. Sarebbe strano, ad esempio, trovarci su fronti opposti con i Verdi nazionali», ancora Foppa. De Pascalis è positivo: «Era molto tempo che non c’era un incontro tra delegazioni provinciali di Pd e Verdi. A livello nazionale le cose sono più facili, l’accordo è già fatto». Una eventuale alleanza dei Verdi con il Pd, e quindi con la Svp, nei collegi di Bolzano-Bassa Atesina per la Camera e il Senato significherebbe, è chiaro, avere diritto di parola sulla scelta dei candidati. Nel 2013, con la desistenza, i Verdi di fatto sostennero Francesco Palermo nel collegio senatoriale. Sul suo nome nel collegio della Camera si potrebbe dunque ragionare ancora, anche con i Verdi. È per questo che nel Pd è partito di nuovo il pressing su Paleremo. Dopo il «non mi ricandido» il senatore si è preso tempo per decidere. (fr.g.)













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