Verso le elezioni: alleanza Pd-Svp, Bressa tesse la tela

Il deputato incontra, da solo, i vertici della Stella alpina. Theiner: «Lavoriamo ad un accordo politico»


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Bressa tesse la tela del Pd con i vertici della Stella alpina. Sul tappeto un accordo elettorale che permetta alla Svp di superare «in tranquillità» la soglia del 20 per cento su base regionale, necessaria per ottenere dei seggi alla Camera. Dopo la stagione del «blockfrei», ecco riproporsi quanto avvenne nel 2006 con l’Ulivo di Prodi. Il partito di raccolta in procinto di tornare con il suo alleato naturale anche in sede nazionale. I maliziosi - a pensar male quasi sempre ci si azzecca - dicono che la realtà è un’altra: in via Brennero ci si allea con quelli ritenuti i probabili vincitori. Tant’è che la «Domenica d’oro» diventa occasione per la Stella alpina di incontrare Gianclaudio Bressa. Da una parte l’Obmann Theiner, il segretario Achammer e gli Obmänner di Bolzano e circondario e della Bassa Atesina, Perathoner e Schiefer, oltre al vicesindaco di Bolzano. Ladinser. Dall’altra, per il Pd, solo Bressa. «Per noi è la figura di riferimento», sottolinea Philipp Achammer. «Abbiamo discusso di una possibile alleanza elettorale, che garantisca lo sviluppo della nostra autonomia», evidenzia Richard Theiner. Entrambi giurano che non si è parlato di nomi per quanto riguarda il collegio senatoriale di Bolzano-Bassa Atesina. «Un accordo con il Pd lo troveremo di certo», ancora Achammer. «Si tratta comunque di mantenere la nostra indipendenza come partito, anche all’interno dell’alleanza», così Theiner. Come? «Magari non dovendo votare sempre e comunque su tutti i temi con i nostri alleati in sede romana», risponde Achammer.

Mutismo assoluto da parte di Bressa, che ancora ieri ha preferito non esporsi. «Aspettiamo prima il direttivo allargato della Stella alpina», afferma il deputato che ormai da diverse legislature viene eletto nel collegio regionale per la Camera. E per oggi, infatti, la Svp ha convocato il suo organismo - secondo per importanza solo al congresso - per prendere una decisione definitiva in tema di alleanze. Facciamo un passo indietro. Nel 2006 con l’alleanza insieme a Prodi, la Svp prese il 28% dei voti su base regionale alla Camera, facendo eleggere 4 deputati: Brugger, Zeller, Hans Widmann e Bezzi (Patt). Due anni dopo, nel 2008, basta alleanze - tira aria che vinca Berlusconi come poi accadrà - e la Stella alpina si salva con il 23% dei consensi su base regionale e due deputati eletti. Il rischio è che a febbraio il partito di raccolta si fermi sotto il 20% , magari al 19%, ed ecco la spinta a ri-allearsi con chi, almeno nei sondaggi, è dato per vincitore: il Pd di Bersani. In dote due seggi senatoriali quasi sicuri per la Svp, quelli di Merano-Venosta e di Pusteria-Val d’Isarco che andranno ad ingrossare i numeri del Pd e dei suoi alleati a Palazzo Madama: seggi fondamentali per avere una maggioranza in entrambi i rami del Parlamento. Poi c’è il seggio senatoriale di Bolzano-Bassa Atesina. Ci spera Siegfried Brugger, ma l’accordo con il Pd si farà dopo quello sull’alleanza politica, quasi vitale per la Svp. Intanto Bressa c’è. L’incontro con la Stella alpina ne è la dimostrazione.













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