Vettorato: «Sulla cultura non farò piazza pulita» 

L’assessore in pectore incontra i dirigenti: «E le associazioni non abbiano paura» La sfida sulla vicepresidenza: «Salvini ha scelto me per la mia esperienza»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Giuliano Vettorato doveva esserci, e così è stato. Da assessore di Laives è entrato all’ultimo momento nella lista della Lega su indicazione di Matteo Salvini. E sempre per decisione del leader leghista diventerà il prossimo vice presidente italiano della giunta. Massimo Bessone, cui il presidente Arno Kompatscher aveva offerto il ruolo, ha rinunciato per non andare allo scontro frontale con i capi della Lega. Il consiglio provinciale voterà venerdì la proposta di Kompatscher sulla squadra di giunta. Vettorato è designato vicepresidente e assessore alla Scuola e cultura italiana, Energia e Ambiente. Lo abbiamo intervistato.

La delegazione leghista provinciale ha firmato nel programma di giunta una dichiarazione contro ogni tipo di discriminazione. Scivolate subito sul capogruppo comunale e i «finocchi». Andremo avanti così per cinque anni?

«Mi sono dissociato subito dalle parole di Kurt Pancheri. Non hanno alcuna giustificazione».

Lei sarà il primo vicepresidente italiano di centrodestra. Siede sulle spalle dei politici di centrosinistra che hanno costruito l’autonomia, scegliendo il dialogo quando saltavano le bombe. Come vive questa eredità? Rispetto, indifferenza, disistima?

«L’autonomia è nel dna mio e della Lega. Chi milita nella Lega altoatesina è fiero di appartenere a questa terra, anche se ha origini venete, come nel mio caso, o nel sud d’Italia. Ho rispetto per chi ci ha portato fino a qui. Senza di loro non avremmo questa autonomia, che vogliamo allargare. Nel programma puntiamo sul senso di appartenenza del gruppo italiano, sulla salvaguardia delle tradizioni di tutti i gruppi e su una migliore conoscenza della storia locale».

La intimorisce il ruolo che sta per assumere?

«Non sono spaventato, ho voglia di iniziare. Con i piedi per terra».

Cosa significa?

«Voglio capire. La settimana prossima come assessore designato inizierò un giro informale negli uffici dei settori di cui dovrei occuparmi. Voglio parlare con dirigenti e personale».

Chi sarà il suo direttore di dipartimento?

«Sto valutando alcune possibilità».

Nicoletta Minnei è sia capo dipartimento alla Scuola che sovrintendente. Nel primo ruolo è decaduta, come tutti i direttori di dipartimento, mentre come sovrintendente resterà in carica. Intende rinnovarle l’incarico nel dipartimento per evitare di sdoppiare la funzione?

«La incontrerò la prossima settimana per discuterne».

Massimo Bessone confermerà Paolo Montagner, già direttore di dipartimento di Tommasini. Entrate con prudenza a Palazzo Widmann.

«Più che altro non abbiamo preclusioni verso chi c’era prima».

Assessore alla Cultura italiana: dobbiamo aspettarci rivoluzioni nell’architettura delle attività delle fondazioni, dell’associazionismo e delle cooperative?

«Cioè se mi metterò alla guida di un bulldozer?».

Gira la voce che vogliate fare piazza pulita di un certo mondo.

«Da cittadino dico che è stato fatto molto. Le fondazioni svolgono una attività importante. Conosco i timori, vorrei rassicurare le associazioni del settore. Come ho fatto a Laives, mi muovo secondo il principio che vada premiato il merito. Non ne farò una questione di appartenenza politica o di tematiche. Per il resto, lasciatemi studiare il meccanismo di assegnazione dei contributi».

Perché mettete in discussione il sistema Clil? Ci sono voluti molti anni per superare il tabù dell’immersione. Tante battaglie per nulla?

«Voglio fare una valutazione con gli uffici. La domanda più importante cui chiederò risposta è questa: l’insegnamento di una materia nella seconda o terza lingua comporta ritardi nel percorso di apprendimento degli studenti?».

Fugatti a Trento è partito in quarta con una stretta su migranti e richiedenti asilo. Avevate chiesto alla Svp misure più forti di quelle entrate nel programma?

«Ci siamo trovati d’accordo sui percorsi di integrazione dei nuovi cittadini regolari, che devono dimostrare la volontà di inserirsi. Gli irregolari vanno espulsi».

I richiedenti asilo per voi sono irregolari?

«Quella è una fase intermedia. Da una parte ci sono i regolari, dall’altra chi non riceve lo status e deve andarsene».

Lei ha combattuto la sua battaglia sulla vicepresidenza in silenzio, lasciando che parlassero le sorprese finali dettate da Milano. È questo il suo stile?

«All’interno ci siamo parlati. Salvini ha puntato su di me per la mia esperienza di assessore a Laives. E Massimo Bessone è un amico».

Insomma...

«Davvero».

Energia e ambiente: dovrà occuparsi di centrali idroelettriche e delle misure anti inquinamento. Si è fatto una idea?

«Sull’energia ho bisogno di più informazioni. Sul tema dell’ambiente ho collaborato con l’assessore Richard Theiner come delegato di Laives: le sfide principali sono il controllo dell’inquinamento acustico e dell’aria, con i nervi scoperti in alcune zone di Bolzano, San Giacomo e Laives e i provvedimenti di limitazione al traffico. Si va avanti con il buon lavoro impostato da Theiner».

Come vice presidente italiano avrà una responsabilità particolare verso Bolzano?

«Ogni Comune è importante. Bolzano è il fulcro della provincia, su cui si riversano i problemi».

Laives è in prima fila nel «no» all’aeroporto. Lei porterà avanti la sua visione anche in giunta?

«Aspetto di valutare i progetti del bando di gara».

Quattro eletti della Lega, tutti al debutto in Provincia. Non teme che nella fase iniziale le danze vengano guidate dalla Svp e dai funzionari?

«La Lega è un grande partito, che a livello nazionale garantisce un ufficio enti locali a disposizione di tutti gli amministratori. Abbiamo l’autonomia di agire, ma in caso di dubbio, sappiamo dove chiedere consiglio. In Provincia lavoreremo con funzionari esperti, cui bisogna sapere rivolgere le domande giuste».

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