Bolzano

Via Alto Adige, il bar “soffocato” dal cantiere

Affari a picco. I lavori per il progetto Benko hanno fatto crollare gli incassi del “Cafetero”. I fratelli titolari: gli indennizzi utilizzati su altri fronti e in Comune non ci ascoltano nemmeno



BOLZANO. «Hanno rinchiuso il mio locale, ora invisibile e irraggiungibile, hanno chiuso la strada, hanno tolto i parcheggi e, durante tutta la giornata, il rumore della trivella è talmente forte che rende impossibile anche parlarsi». Emanuela Bonato, titolare insieme al fratello Andrea dello storico “Bar El Cafetero” di via Alto Adige, non ne può più. Non ne può più di veder morire il locale che la sua famiglia gestisce da oltre 40 anni e non ne può più dell’immobilità del Comune, sordo ad ogni richiesta d’aiuto, se non addirittura disinteressato.

Come annunciato con ampio anticipo, El Cafetero, che si affaccia su via Alto Adige all’incrocio con via Perathoner, è stato direttamente interessato dal cantiere che cambierà completamente il volto di quella parte di città. Nessuno, però, avrebbe potuto prevedere quanto pesante sarebbe diventata la situazione. La facciata del palazzo è stata “incartata” con impalcature e teli e il bar El Cafetero è improvvisamente sparito alla vista dei passanti. Ora, per raggiungere il bar, occorre infilarsi nell’angusto tunnel che avvolge il marciapiede, facendo lo slalom tra i pali. All’esterno (si fa per dire) tre minuscoli tavolini rappresentano ciò che resta del plateatico. Ma sedersi lì è un’impresa: la polvere è tanta e il rumore è davvero assordante. Anche i clienti più affezionati hanno abbandonato il bar El Cafetero e i turisti, che piano piano stanno tornando, passano lungo via Alto Adige senza nemmeno vedere il bar.

Richieste d’aiuto inascoltate

Emanuela ha chiesto aiuto a tutti: ha mandato decine di mail, ha parlato con Benko, con Kompatscher, con il sindaco Caramaschi, con il vicesindaco, con l’assessore competente e con funzionari comunali.

«All’inizio, ho contattato la Provincia – continua – ma mi è stato spiegato che tutta la questione è di competenza del Comune. Benko, negli accordi siglati con l’amministrazione, s’è impegnato a versare 100 mila euro all’anno, per vent’anni, quale indennizzo per i disagi arrecati alla città durante i lavori, il cui termine è previsto per il 2023. Ho chiesto che una parte di quel denaro potesse essere utilizzato per sostenere la mia attività, ma mi è stato risposto, anche in maniera arrogante, che quel denaro era stato impiegato per iniziative di marketing della città. Beh, hanno messo dei fiori su metà di via Alto Adige e distribuito delle girandole colorate. Che io ho rifiutato.

Mi è stato anche detto che quel denaro serviva per sostenere i commercianti del centro, anch’esso in sofferenza a causa del grande cantiere Benko. Mi chiedo se esiste qualcuno più in sofferenza di me, che non riesco più a pagare nemmeno l’affitto del locale. Un assessore, invece, mi ha candidamente chiesto se non è il caso che io e mio fratello valutiamo la possibilità di trasferire l’attività in un’altra zona. È chiaro che non abbia la minima idea di cosa sta parlando».

Per rendere l’idea di quale sia il crollo delle entrate del “ Bar El Cafetero, Emanuela snocciola due dati: «Prima del covid incassavo 600 euro al giorno – spiega – e durante il covid siamo scesi a 400 euro. Ora, siamo fortunati se in una giornata arriviamo a 40 euro. Come pensano che si possa sopravvivere in queste condizioni? Eppure nessuno vuole fare nulla. Sono sconcertata e disperata».













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