Via Magazzini, proteste per i parcheggi dimezzati

I residenti: «Posti riservati a non frontisti, che alla strada non possono accedere Da mesi chiediamo una risposta o un incontro e il Comune non ci fa sapere nulla»


di Simone Facchini


MERANO. Cinque mesi per un nulla di fatto. "Il Comune non ci dà alcuna risposta. O non è in grado, o non può, o non vuole. Resta il fatto che la situazione è immutata, la criticità resta irrisolta, e non sappiamo neppure il perché".

A lamentarsi è un gruppo di residenti di via Magazzini, la laterale di via Roma alle spalle di via Matteotti a Maia Bassa, il cui accesso è riservato ai frontisti.

Il tema della disputa è il diradamento dei parcheggi in superficie lungo la strada, a detta loro avvenuto infrangendo le regole. "Chi non possiede un garage - spiegano - ha bisogno di quei posti auto". Per consentire dei lavori a un edificio affacciato su via Magazzini pur avendo l'ingresso principale (e il numero civico, dunque il domicilio) in via Matteotti, alcuni posteggi tempo fa erano spariti. Chi pensava a un effetto temporaneo si è dovuto ricredere: alla chiusura del cantiere non è seguito alcun ripristino. Sono invece comparse delle catene per riservare posti a chi, secondo i promotori della protesta, non ne avrebbe diritto in quanto domiciliato in via Matteotti e quindi, mancando della qualifica di frontista, non potrebbe accedere alla strada.

E fin qui la questione di merito, che rischia di incrinare una trentennale convivenza civile fra la ventina di famiglie che usavano i sette-otto parcheggi, ora sostanzialmente dimezzati.

Rimane poi, ad alimentare le proteste, il problema del metodo. Cinque mesi fa, segnalando quanto stava accadendo, un gruppo di residenti aveva indirizzato al sindaco un memorandum con varie firme d'appoggio, evidenziando di essere stati messi davanti al fatto compiuto senza nessuna consultazione, e affermando le ragioni della loro contrarietà. Una rappresentanza del gruppo ha avuto modo più volte di interfacciarsi con l'amministrazione comunale, "ma siamo stati rimpallati di ufficio in ufficio secondo il meccanismo dello scaricabarile delle responsabilità. Nessuno sa fare chiarezza, o forse non vuole farla. Per noi è una fonte di disagio. E non accettiamo che un'amministrazione si comporti così nei confronti di un nucleo di cittadini che chiedono solo di essere ascoltati e di avere delle risposte".

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