La storia

Via Novacella, dopo 50 anni svolta sull’area militare contesa 

La casa dell’aeronautica verso il passaggio al Comune. Proprietà del demanio abbandonata da decenni, diventerebbe la sede della biblioteca di via Rovigo, con un parco aperto durante il giorno. La Provincia voleva cementificare: i residenti lottano da anni per evitarlo


Sara Martinello


BOLZANO. La casa dell’aeronautica tra via Novacella e via Taramelli torna alla ribalta. La settimana scorsa la Segreteria generale della Provincia ha mandato al sindaco una lettera chiedendo se il Comune sia interessato all’acquisizione dell’area e con quale destinazione d’uso. «Di quel posto ho sentito parlare fin dal primo giorno che ho messo piede in Comune, nel 1970. Ho risposto dicendo che siamo interessati: manterremmo il parco recintato, aprendolo durante il giorno, e che ristruttureremmo la casetta mantenendo la cubatura e adibendola a biblioteca di quartiere», dice Renzo Caramaschi. La destinazione urbanistica sarebbe “area per attrezzature collettive”. «Vorremmo trasferirci la biblioteca che oggi è ospitata nel seminterrato delle elementari Manzoni e quella nel plesso scolastico di via Roen».

I progetti del quartiere.

Ne hanno parlato anche i consiglieri di circoscrizione lunedì scorso, perché i residenti dei dintorni segnalano una manutenzione carente dell’ampio giardino: alberi da potare, l’erba da curare, le sterpaglie da eliminare. «Un’idea emersa nel tempo – spiega Carlo Visigalli, ex presidente della circoscrizione Europa-Novacella, oggi consigliere – era di farne un luogo dove raggruppare le associazioni altrimenti sparse per il quartiere, oggi costrette a chiedere al Comune fondi per coprire gli affitti. Una proprietà comunale, in questo caso, permetterebbe di applicare un canone di locazione calmierato, con un risparmio per associazioni ed ente pubblico».

Da almeno diciotto anni si parla di quell’area come di un possibile polo dove creare una biblioteca, un centro diurno per la terza età, un centro giovanile, un parco. Caramaschi frena: lo spazio è limitato e le biblioteche aspettano da tempo immemore una sistemazione adeguata.

Il contesto.

Il civico 36 di via Novacella, 2.580 metri quadrati di superficie, è proprietà del demanio militare. È una casetta a due piani dove fino a metà degli anni Novanta l’aeronautica aveva alcuni uffici. L’area è inserita nel piano urbanistico come zona militare. Il demanio non può cederla al Comune, ma solo alla Provincia. Semmai, poi la Provincia la può cedere al Comune. Per ragioni catastali legate alla proprietà militare non sarebbe noto che cosa l’edificio contenga, né come sia strutturato internamente. Il tetto in amianto è stato bonificato nel 2015. Le baracche sul lato opposto della strada, quelle dove un tempo avevano sede alcune officine di falegnameria, sono in fase di ristrutturazione. Diventeranno il “Residence Maria Heim”, costruito dalla Habitat.

Residenti agguerriti.

È un iter sofferto, quello che oggi pare avviato verso il compimento.

Torniamo ai primi Duemila. Un gruppo di associazioni pensa di farne un centro per la terza età con spazi per il tempo libero, gazebo nel giardino, uno sportello. Nel 2004 viene inserita nell’elenco delle 3.371 particelle fondiarie sulle quali la Provincia vuole mettere le mani, insieme a tribunale e carcere, pascoli, vecchi bunker. La Provincia vorrebbe trasformarlo in area edificabile da destinare alla realizzazione di alloggi Ipes. Ma l’area rimane all’Arma.

Si arriva al 2010. Il 29 marzo gli abitanti del rione si riuniscono nella sala Fronza – la partecipazione è tale che qualcuno deve restare fuori, in piedi – e con il presidente di circoscrizione Lorenzo Spinelli e con l’appoggio dell’assessora all’urbanistica Maria Chiara Pasquali chiedono di cambiare la destinazione d’uso dell’area. Avviano una raccolta firme per farne un piccolo polo con biblioteca, centro giovanile, centro diurno per la terza età e parco. Si esprimono all’unanimità contro l’ipotesi di cementificazione della Provincia, perché in via Novacella c’è l’unico polmone verde del quartiere più anziano della città. Anzi, si parla anche della possibilità di creare un polo verde che comprenda anche il convento sul lato opposto della strada. Molti vorrebbero trasferire lì la biblioteca, ospitata in uno scantinato delle scuole di via Rovigo.

La politica.

La politica se ne interessa per lunghi anni. I vari sindaci di Bolzano, la circoscrizione, Sandro Repetto (Partito democratico) che da assessore comunale arriva a un’interlocuzione con il ministro della Difesa e il consigliere provinciale Alessandro Urzì (al tempo con l’Alto Adige nel cuore) che nel febbraio del 2015 porta in aula una mozione, approvata a larghissima maggioranza. Di fatto la mozione prevede l’avvio della procedura di riconsegna alla città dell’area dell’aeronautica: la Provincia si impegna a subentrare nella proprietà richiedendola al demanio a fronte di un impegno del Comune ad acquistare l’area. L’iter prende il via nel settembre del 2016, quando la Provincia manifesta all’Agenzia del demanio il proprio interesse all’acquisizione.

La svolta?

Fine dicembre 2018: rispondendo a un’interrogazione dei Verdi, il presidente Arno Kompatscher annuncia: «Il Ministero della difesa, su richiesta della Provincia, ha finalmente acconsentito al passaggio dell’area alla Provincia». La proprietà dovrebbe essere inserita nell’accordo di programma del 2019, dopodiché la Provincia dovrebbe svolgere i lavori di ristrutturazione richiesti dal Ministero per un importo pari al valore del compendio.

Nel marzo del 2020 c’è la stima del terreno fatta da palazzo Widmann. Un anno dopo si viene a sapere che il civico 36 di via Novacella è al centro di un accordo di programma tra Provincia e Ministero con un possibile scambio con l’area aeroportuale di Dobbiaco. Ora, se tutto andrà bene, il Comune potrà avere un’area desiderata per cinquant’anni.













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