Via Novacella, il Comune nell’angolo

L’amministrazione non può intervenire: «L’aeronautica non risponde, gli immobiliaristi non costruiscono»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Via Novacella abbandonata. I residenti si lamentano con foto e dovizia di particolari, ma il Comune pare abbia le mani legate. Lo spiega il sindaco Renzo Caramaschi. Sull’area ex Aeronautica il Comune le ha tentate tutte, con Roma, ma non ha mai ricevuto risposte. Non si sono nemmeno mai degnati di rispondere. Mai una riga.Per quanto riguarda invece l’edificio in pessime condizioni che costeggia la via sull’altro lato rispetto all’area ex aeronautica, è di proprietà di noti immobiliaristi che al momento non intendono costruire.

«Abbiamo tentato a più riprese di smuovere le acque», sostiene il sindaco Renzo Caramaschi. A Roma. Abbiamo spedito richieste scritte al ministero della Difesa, all’aeronautica, a chiunque potesse in qualche modo intervenire per risolvere. La nostra intenzione era di trasformare la zona: biblioteca di quartiere più area verde per i residenti. Il punto è che non solo non è mai arrivato il via libera, ma nessuno si è mai degnato di risponderci. Niente. Ci riproveremo, ma per il momento, purtroppo, abbiamo le mani legate».

Riguardo invece all’edificio dall’altra parte della strada, in passato proprietà del convento della Visitazione o Mariaheim che dir si voglia, «è di proprietà di Tosolini, quindi bisognerebbe chiedere a lui cosa intenda farne. Evidentemente, al momento non ha alcuna intenzione di demo-costruire». Il Comune potrebbe intervenire soltanto in due casi: «Se l’edificio dimostrasse di essere pericolante e nel caso in cui si trovassero i denari e una qualche idea per trasformare l’edificio in qualcosa di utile o meglio necessario per la collettività. In quel caso si potrebbe espropriare, ma ora non mi pare un’ipotesi praticabile».

Su via Novacella abbandonata interviene anche l’ex consigliere comunale Mariateresa Tomada: «Il tetto dell’edificio ex aeronautica è stato fatto nuovo perché la messa in sicurezza è stata imposta dall’Agenzia provinciale per l'ambiente, in quanto lo stesso era d'amianto. Come peraltro tanti altri tetti dei palazzi vicini e di tante altre parti della città. All'epoca (circa sei anni fa) la stessa agenzia confessò candidamente di non avere una mappatura dei tetti "a rischio" della città e men che meno della provincia. Nella mia ignoranza li informai che in Comune (urbanistica) giacciono bellissime e costosissime riprese aree di varie epoche (anche a colori) e da quelle almeno per esclusione si dovrebbe poter ricavare dove stia l'amianto. Ad esempio, non sui tetti di coppi...» Venne inoltre incaricata con somma urgenza una ditta di tagliare degli alberi che rischiavano di cadere sul marciapiede: «Venti metri più avanti per miracolo un albero condominiale non ammazzò qualcuno, me compresa che avevo parcheggiato lì e me n'ero andata un’ora prima. Rischio quanto mai presente ora visto che gli alberi hanno il vizio di crescere, come le sterpaglie che la fanno da padrone».

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