Viaggio in Terra Santa e l'agenzia ingaggia don Renner come guida


Fabio Zamboni


BOLZANO. Che un viaggio in Terra Santa sfoggi un prete come guida può anche non fare notizia. Ma se la locandina che pubblicizza il tour spicca nella vetrina di un'agenzia di viaggi fra la settimana all inclusive a Zanzibar e la superofferta natalizia per le Maldive, spicca anche la notizia. Anche perché il prete in questione è don Paolo Renner, preside dello Studio Teologico Accademico di Bressanone e professore ordinario di Scienze della Religione e Teologia Fondamentale, oltre che direttore dell'Istituto di Scienze Religiose di Bolzano e direttore dell'Istituto De Pace Fidei. Don Renner, uno dei religiosi più conosciuti in Alto Adige in quanto attivissimo anche a a convegni e incontri culturali, accompagnerà i primi 40 iscritti al viaggio in Terra Santa che l'agenzia Artika di Via Streiter organizza dal 28 febbraio al 6 marzo 2012. Ce lo racconta lui stesso: «È un'idea mia e dell'agenzia, che conosco da tempo, dunque un'iniziativa privata, diciamo. Ci siamo messi in vetrina già lo scorso anno, ma è dal 1985 che frequento la Terra Santa». Curioso, che un viaggio così venga pubblicizzato assieme a quello alle Maldive. Non è un problema. La scelta è stata quella di aprire ai laici, di non proporre un viaggio "religioso". Diventa così un viaggio a tutto tondo, con la parte spirituale affidata a me, che divento un maestro di storia delle religioni nel posto migliore per farlo, all'incrocio di tre religioni, e la parte storica, naturalistica e archeologica affidata alle guide del posto. Lo prevede il protocollo israeliano». Se sono 25 anni che va laggiù, avrà una conoscenza profonda di quei luoghi. Direi di sì. Ho incominciato come giovane prete, poi sono arrivato a fare da guida a gruppi. Devo dire che c'è molto interesse intorno a questi viaggi. Storia antica, archeologia, natura molto originale. E poi quell'incrocio fra ebraismo, cristianesimo e islam che è unico al mondo. Clienti soddisfatti? Moltissimo. È un'esperienza molto ricca, che coinvolge anche laici e non credenti. L'ultima volta esponenti del Tribunale di Bolzano che sono rimasti molto contenti. Qualche aneddoto? Beh, scoprire lo stupore di alcuni che si aspettavano maagari di trovare la grotta col bue e l'asinello, o altri che pensavano di trovare un paese in guerra. La cosa più curiosa fu nel'95, dopo una brutta fase di intifada. Per qualche anno stop, siamo ritornati nel 2001 e a Betlemme ci fu un'accoglienza trionfale, perché eravano fra i primi pullman che si affacciavano su una enorme piazza deserta da alcuni anni. Era come se noi avessimo riavviato il turismo, fra l'altro ripresi dalle telecamere della Zdf che stava girando un documentario. Da ottimo conoscitore di quell'angolo di mondo, come risolverebbe il conflitto israelo-palestinese, potendo decidere? Sarei favorevole alla nascita di uno stato palestinese, a patto che questo avesse come condizione il raggiungimento e il mantenimento della pace. Accordi chiari, insomma. Sono entrambi popoli semiti, un po' emotivi, diciamo, quindi bisogna lavorare con tanta pazienza...













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