Viene sepolto senza un nome 

Degna sepoltura voluta dal sindaco di Brennero per il migrante morto folgorato sul treno merci


di Paolo Tagliente


BOLZANO. È sepolto al cimitero di Colle Isarco e sulla sua tomba c'è un nome che forse non è nemmeno il suo. Ma poco importa. Il sindaco di Brennero Franz Kompatscher e la sua giunta hanno deciso che quel ragazzo, morto poco prima della mezzanotte del 23 dicembre scorso, folgorato sul tetto di un container mentre cercava di passare il confine, aveva bisogno di una degna sepoltura. Indipendentemente dal fatto che la sua identità fosse certa. E così, martedì scorso, a mezzogiorno, attorno al feretro del ventiquattrenne si sono ritrovati il parroco di Colle Isarco, la responsabile del centro di accoglienza migranti di Brennero e alcuni rappresentanti della comunità.

Breve e toccante la cerimonia che, celebrata dal sacerdote, ha avuto anche un momento dedicato al culto islamico, con la recita di alcune preghiere. Il feretro è stato poi affidato alla terra, Madre di tutti, in attesa che le comparazioni delle impronte e i controlli dell'ambasciata marocchina diano un nome e un cognome definitivi al povero ragazzo.

La notte della tragedia, il corpo del marocchino era stato trovato allo scalo merci del Brennero: ad ucciderlo una scarica elettrica, sul tetto di un container di un carro merci. Il convoglio, partito da Verona, la notte del 23 dicembre era rimasto bloccato alla stazione di Brennero, a causa del deragliamento in Austria che per qualche giorno ha interrotto la linea oltreconfine, riaperta solo l’altro giorno. Sono stati gli operatori del Commissariato di polizia del Brennero a trovare il corpo, durante il controllo di alcuni carri merci poco prima di mezzanotte. Gli agenti della Polfer hanno notato uno squarcio nel telone di un vagone, un'apertura realizzata da alcuni migranti per salire e scendere dal convoglio. Guardando oltre, hanno notato un cadavere sul tetto di un container sul carro a fianco.

Il corpo, che non era visibile dal selciato, è stato notato dagli agenti saliti sulla cabina "dirigenti in movimento".

Secondo una prima ricostruzione, il migrante si è alzato in piedi facendo involontariamente da parafulmine e per questo si è prodotta una scarica che lo ha investito, uccidendolo sul colpo. Solo ipotesi anche sul perché si trovasse in quel punto: il magrebino sarebbe salito sul tetto del container per cercare di squarciare dall'alto il telone di un vagone accanto ed entrare per cercare un riparo dal freddo, ma mentre era sul tetto, il treno si sarebbe mosso di poche decine di centimetri. Un movimento piccolo, ma brusco che avrebbe fatto perdere l'equilibrio al migrante che avrebbe così toccato i fili dell'alta tensione: il suo corpo aveva fatto da conduttore, scaricando l'energia verso terra. La salma, resa irriconoscibile dalla potenza della scarica, era stata trasportata all'ospedale di Vipiteno. Martedì la sepoltura mentre l'inchiesta della Procura prosegue.

Come detto per il momento non è stato possibile giungere ad una identificazione certa della vittima ma il lavoro degli inquirenti potrebbe presto riservare sorprese.

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