bolzano

Villa Mathilda bloccata, a Bolzano aperta un’inchiesta penale

Tre gli esposti depositati in Procura della Repubblica a Bolzano contro il cantiere. Il pm ha disposto accertamenti preliminari. Ipotesi di reato: abuso edilizio e abuso d’ufficio



BOLZANO. Dopo le battaglie legali in sede amministrativa, avviate dai confinanti, ora la vicenda della costruzione di Villa Mathilda, in via Cesare Battisti a Bolzano, finisce anche al vaglio della Procura della Repubblica. Sono tre gli esposti finiti sulla scrivania del sostituto procuratore Axel Bisignano.

Sono due le ipotesi di lavoro degli inquirenti: l’abuso edilizio e l’abuso d’ufficio. Il primo, ovviamente riguarda l’operato del costruttore, il secondo le eventuali irregolarità che dovessero emergere nell’iter di rilascio della concessione edilizia.

Per il momento nessuno è stato iscritto sul registro degli indagati. L’indagine c’è ma siamo solo alla fase preliminare, quella cioè in cui la Procura verifica la consistenza della segnalazione.

Che qualcosa non sia del tutto a posto è dimostrato anche dal fatto che la Provincia, sinora, è intervenuta già due volte. Una prima volta per sospendere la concessione edilizia comunale, una seconda per annullare la sospensione (con provvedimento in autotutela, temendo di essere coinvolta in una richiesta risarcitoria per danni).

Resta il fatto che al momento il cantiere è fermo perchè nel frattempo il commissario Penta ha deciso di investire del problema la commissione edilizia. Al centro del caso c’è un presunto indebito aumento di cubatura.

Saranno i vigili urbani a dover segnalare al pubblico ministero se l’aumento di cubatura è reale, se è avvenuto in difformità di quanto presto dalla concessione e se sia stato erroneamente autorizzato dagli uffici comunali.

La Provincia, nel ritirare “in autotutela” il suo primo provvedimento, non ha cancellato le ragioni tecniche e giuridiche che avevano portato al primo intervento. E’ anche per questo che la ditta costruttrice ha preferito per il momento non forzare la mano e attendere un chiarimento generale della situazione prima di riprendere i lavori.

Secondo una prima valutazione (che però i confinanti contestano) l’eccesso di cubatura sarebbe limitato ad una ventina di metri cubi cioè poco più di una piccola stanza. E’ stata comunque la stessa Provincia a chiedere al Comune di rimettere mano alla concessione, rilasciata nel dicembre del 2014.

La vicenda rischia di innescare un lungo contenzioso, di cui il possibile risvolto penale, è solo l’ultima tappa. Non è escluso che, in attesa della relazione tecnica dei vigili urbani, il sostituto procuratore Bisignano decida di convocare alcuni funzionari comunali in grado di spiegare atto dopo atto le scelte operate dall’amministrazione. Compresi i punti considerati poco chiari.













Altre notizie

Attualità