Violenza sulle donne: le zone a rischio

La mappa cittadina è stata elaborata dagli studenti dell’istituto Gymme nell’ambito di una articolata ricerca


di Simone Facchini


MERANO. «Il 25 novembre è la giornata della violenza contro le donne. Tantissimi giornali, anche il quotidiano Alto Adige, hanno pubblicato un'immagine che mostra la Gioconda con un occhio nero e senza il suo famoso sorriso. La classe 4ªB del liceo linguistico vuole che la Gioconda sorrida di nuovo». Si alza dal Gymme – l'istituto che accorpa alcuni licei in lingua tedesca - una voce, significativa e autentica, di impegno nella lotta alla violenza nei confronti delle donne. Una voce articolata, diventata progetto sviluppato durante le ore di lezione di italiano e che ha già compiuto passi importanti. E altri ne ha in agenda.

L'iniziativa ha solide basi teoriche ma entra nel concreto, venendo contestualizzata nella città e nel vivere quotidiano: così, le studentesse della 4ªB hanno elencato i punti di Merano dove si sentono meno sicure. Una fotografia dei luoghi dove, transitando nelle ore buie, in queste ragazze cresce l'inquietudine. Un quadro forse noto, forse intuibile, ma certo schietto e reale, perché nasce dalle indicazioni di chi l'agitazione la vive sulla propria pelle.

Purtroppo, le cronache anche recenti hanno confermato che Merano non è esente da episodi violenti nei confronti di donne. E fra i luoghi indicati dalle ragazze, studentesse di 16-17 anni, parco Marconi è tra i più citati. Proprio quel giardino pubblico dove in un paio d'anni due giovani hanno subito aggressioni a carattere sessuale. Ma anche altri parchi fanno paura: la mappa dei “luoghi sensibili” comprende parco Sissi, parco Schiller, quello della stazione. Anzi, tutta la zona della stazione viene classificata come area dove viene percepita una sensazione di insicurezza. E poi, a macchia di leopardo, via Garibaldi, via Brennero, anche via Carducci e piazza Teatro in determinate circostanze. Scarsa illuminazione e alberi che potrebbero nascondere malintenzionati aumentano lo stress. Che può ampliarsi in caso di incroci con frequentazioni sospette o di sfacciati, ripugnanti commenti di uomini in gruppo.

Risposte? A quelle ci hanno pensato i ragazzi della stessa classe. Inizialmente un po' scettici, poi, con la presa di coscienza dell'attualità e della pregnanza del tema, sempre più coinvolti. Maggiore illuminazione nei luoghi indicati; aumento della presenza delle forze dell'ordine nelle ore serali e notturne; postazioni con chiamata di sos nelle zone critiche; modifiche/intensificazione di corse serali degli autobus; corsi di autodifesa a basso costo.

Le proposte non sono rimaste tra i banchi di scuola ma sono state presentate, assieme all'iniziativa, in un incontro con Gabi Strohmer, assessore comunale alle politiche femminili. Che ha assicurato di inoltrarle ai rappresentanti della Rete locale contro la violenza sulle donne nata lo scorso novembre. L'assessore ha mostrato interesse in particolare per l'idea delle postazioni sos, perplessità sono sorte invece in merito alle corse dei bus notturni, difficili da potenziare in epoca dove, invece, si pensa a tagliare.

L'incontro con l'esponente della giunta non è l'unico nel calendario della 4ªB del liceo linguistico: il 22 febbraio si troveranno con Sigrid Pisanu, responsabile del centro antiviolenza di Merano, mentre il 1° marzo con il giudice Stefan Tappeiner simuleranno un processo per stalking.

Nel frattempo alunne e alunni stanno leggendo dei testi sull'argomento: fra l'altro, tutto è partito proprio dalla relazione di una studentessa sul libro “Uomini che odiano le donne”. Il progetto va avanti. La Rete contro la violenza sulle donne ha un alleato in più.

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