BOLZANO

Virgolo, dal Belgio l’idea: una torre-hotel nel bosco

Si tratta della tesi per un master di una studentessa di architettura a Bruxelles. «Struttura raggiungibile solo in teleferica totalmente immersa nella natura»


di Alan Conti


BOLZANO. Forse c'era bisogno di una studentessa belga e della facoltà di design architettonico di Bruxelles per plasmare un'idea di Virgolo capace di posizionarsi a metà strada tra chi vorrebbe un intervento capace di valorizzarlo e chi non ne toccherebbe un tratturo. Questo è quanto mette sul tavolo la biondissima Gerty Daniels, studentessa della Luca School of Art di Gent che sul suo tavolo si è trovata proprio la collina cittadina come ultima prova prima del master accademico. A proporgliela è stato il curatore Marie Josè Van Hee, assieme al relatore Hugo Vannette che amano location in qualche modo legate al vino. Un vezzo che per Bolzano potrebbe risultare preziosissimo. «Migliora questa situazione, inventati qualcosa» è stato il mandato per la universitaria. Come quello dato a tantissimi architetti altoatesini, ma con una differenza: Gerty non ha alcun pregiudizio e agisce con occhio distaccato. Sufficientemente lontano, se vogliamo.

Cosa si inventa, dunque, la giovane belga? Sostanzialmente prende il concetto del Bosco Verticale di Milano (il grattacielo premiato recentemente come migliore del mondo) e lo traspone sul Virgolo. Disegna un albergo di altissima qualità totalmente immerso nel bosco. Impatto molto basso e massima traspirazione tra gli spazi dell'hotel e la natura circostante. Intuitivo il concetto che sta alla base. «Mi sono chieste se sia possibile vivere in completa simbiosi con il bosco. Questa torre immersa nel verde è la mia risposta. Una sorta di campana di vetro, ma in mezzo alla natura». Una sorta di esperienza di vita. «Ho pensato a un qualcosa di non raggiungibile in auto, ma solo con la teleferica e con una dimensione di circa 35 camere. Il tutto arricchito da wellness, piscine, ristorante e un ambiente intimo con un'insonorizzazione tale che permetta di udire solo i suoni della natura». Il richiamo simbolico è chiaramente quello dell'albero. «Si tratta della pianta che da sempre sta tra terra e cielo. L'ubicazione è perfetta perchè in quell'albergo chiudendo gli occhi ci si può sentire un uccello che guarda giù la città di tutti i giorni, ma in un contesto di pace naturale. Tom Ford diceva che il tempo e il silenzio sono il vero lusso che si può avere oggi».

Gli spazi interni, invece, sarebbero organizzati secondo una geometria di scale concentriche. «L'idea è quella di riprendere la conformazione degli interni di Castel Mareccio o le scale di Maurits Cornelis Escher». Dal Belgio, insomma, l'abbozzo di un'idea senza preconcetti. Ricordando però che l’opera deve anche essere finanziabile. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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