Virgolo, rogo nella stazione della funivia

L’allarme ieri mattina nell’edificio in rovina. Il fumo visto da piazza Walther. Struttura in mano a vandali e disperati


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Ancora degrado, allarme, paura. Il Virgolo, parco naturale che sovrasta la città e che potrebbe rappresentare il fiore all’occhiello del futuro sviluppo urbanistico della città, continua a subire gli effetti della politica dell’immobilismo. Lo stato di abbandono in cui versa l’intera area è destinato a creare problemi a catena. Ieri mattina l’allarme è scattato a seguito di un principio d’incendio. Erano circa le 10 quando un cittadino da piazza Walther si è accorto di una colonna di fumo che si levava dal tetto della stazione a monte, in stato di completo abbandono, dell’ex funivia. La segnalazione giunta al centralino del 118 è stata provvidenziale. In effetti solo il pronto intervento di una squadra di vigili del fuoco permamenti di Bolzano (coadiuvati dai volontari di Oltrisarco) ha permesso di evitare che le fiamme si sviluppassero in termini preoccupanti. L’incendio, però, c’era e l’intervento non è stato certo dei più semplici visto che diversi locali interessati sono a rischio crollo. I pompieri (ovviamente con tutte le misure di sicurezza del caso dato che la struttura è posta a strapiombo sul vuoto) sono stati impegnati circa due ore per individuare il punto in cui la struttura aveva iniziato a bruciare. Poi è stato necessario tagliare e rimuovere parte di una tettoia in lamiera sotto la quale una vecchia trave in legno aveva iniziato a bruciare, probabilmente a seguito di un mozzicone di sigaretta. I danni sono stati limitati ma l’episodio richiama ancora una volta l’attenzione su una situazione vergognosamente fuori controllo. Secondo i tecnici dei vigili del fuoco le fiamme non sono state innescate dolosamente. Nessuno, dunque, ha cercato di dare fuoco alla vecchia struttura. Se qualcuno l’avesse fatto avrebbe sicuramente innescato l’incendio in altri punti più agevoli. In realtà è molto probabile, come già accennato, che la combustione sia stata innescata da un mozzicone di sigaretta gettato senza troppo cura tra le travi di una parte del tetto da qualche disperato abituato a trovare riparo nella struttura in totale abbandono. I pochi abitanti della zona sono costretti da tempo a convivere con un via vai diurno e notturno costituito da ragazzini che salgono in motoretta per fumarsi uno spinello senza rischi; disperati senza tetto che si rifiutano di sottostare alle regole dell’assistenza sociale gestita da Caritas e Comune e sfruttatori e clienti di prostitute che spesso nelle ore notturne salgono in auto dalla zona di viale Trento per consumare sesso in strutture spettrali. Una situazione completamente fuori controllo destinata a creare problemi a catena.

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