Vitalizi, batosta per gli ex consiglieri 

In tribunale. La giudice De Tommaso ha respinto il ricorso dei venti politici che ora dovranno restituire al consiglio regionale 2,6 milioni di euro Il presidente Paccher: «Se non pagano procederò al pignoramento». Peterlini deve versare 338 mila euro, Hosp 138 mila e Cigolla 112 mila


Ubaldo Cordellini


Bolzano. Hanno perso su tutta la linea e ora dovranno restituire fior di soldoni. La giudice Adriana De Tommaso ha depositato ieri la sentenza di primo grado con la quale respinge il ricorso di 20 ex consiglieri regionali, beneficiari della cosiddetta attualizzazione, contro la legge 4 del 2014 che tagliava i vitalizi. La giudice ha condannato anche gli ex consiglieri a pagare le spese legali, 30 mila euro alla Regione e al Consiglio regionale e 7500 euro ai sindacati Cgil, Cisl e Uil che erano intervenuti nel giudizio perché la legge 4 prevedeva che i soldi restituiti dagli ex consiglieri sarebbero andati a un fondo a favore dell’occupazione e delle piccole imprese.

Nelle motivazione della sentenza depositate ieri, la giudice riprende in parte le argomentazioni della Corte Costituzionale che, con sentenza della scorsa primavera, aveva ritenuto infondata la questione costituzionale riguardante la legge 4 sollevata da altri due giudici trentini, Roberto Beghini e Massimo Morandini titolari di due procedimenti riguardanti il ricorso di altri ex consiglieri. Secondo la Consulta, la legge 4, pur agendo retroattivamente sul trattamento degli ex consiglieri, è ragionevole perché va a incidere su «un trattamento di favore». In particolare, la legge 4 era andata a incidere sull’attualizzazione riducendo il tasso di sconto previsto dalla precedente legge 6 del 2012 che era considerato eccessivamente generoso.

Contro la legge 62 ex consiglieri avevano fatto ricorso davanti al Tribunale civile di Trento adducendo quattro diversi motivi di impugnazione. I ricorsi erano stati suddivisi tra tre giudici. In totale gli ex consiglieri regionali avrebbero dovuto restituire 29,4 milioni di euro. Ma 37 di loro si erano rifiutati di restituire e il Consiglio doveva avere ancora 12,6 milioni di euro. Nel corso degli anni, alcuni dei ricorrenti, come Margherita Cogo e Denis Bertolini, hanno restituito il dovuto alla Regione. Adesso i 20 che si sono visti dare torto dovranno mettere mano al portafoglio e versare al Consiglio regionale molti soldi come spiega il presidente Roberto Paccher: «La sentenza ha riconosciuto che la condotta del Consiglio è stata ineccepibile e siamo soddisfatti. Ora i ricorrenti che non hanno ancora restituito la quota di attualizzazione paghino al più presto e con gli interessi. Nel caso in cui non lo facciano, attiveremo tutte le procedure previsto, compresi il pignoramento e il sequestro conservativo». Tra i 20 consiglieri ricorrenti ci sono Carlo Andreotti (deve restituire 202 mila euro da restituire), Sergio Muraro (236 mila euro da restituire), Mauro Delladio (462 mila euro da restituire), Claudia Piccoli (181 mila euro), Claudio Taverna (186 mila euro), Oskar Peterlini (338 mila euro), Luigi Cigolla (112 mila euro), Bruno Hosp, (138 mila euro), Maria Bertolini (34 mila euro), Gaetano D'Ambrosio (41 mila euro), Arthur Josef Feichter (128 mila euro), Siegfried Messner (261 mila euro), Franco Paolazzi (125 mila euro), Georg Pardeller (32 mila euro), Hugo Valentin (76 mila euro), Renato Vinante (21 mila euro), Carlo Willeit (33 mila euro), Alois Anton Zingerle (18 mila euro). Chiudono la lista dei ricorrenti Caterina Dominici e Werner Frick. Tra i ricorrenti, la posizione di Peterlini è diversa perché, oltre ai nuovi meccanismi di attualizzazione aveva anche impugnato il tetto di 9 mila euro al cumulo dei vitalizi da senatore e da consigliere regionale. Limite che la giudice ha ritenuto legittimo. Taverna aveva spiegato che era stato leso il suo ragionevole affidamento sulla normativa prevista dalla vecchia legge 6, ma la giudice ha osservato in sentenza tra il decreto presidenziale con cui gli veniva riconosciuta l’attualizzazione (543.181 euro tra liquidità e quote) e la legge 4 era «trascorso meno di un anno in un contento non certo imprevedibile sia per le forti reazioni dell’opinione pubblica che per le indagini della magistratura penale».

Vanno avanti le cause davanti agli altri due giudici. Una di queste, quella davanti al giudice Morandini è di nuovo interrotta da una nuova questione di costituzionalità riguardante proprio il limite di 9 mila euro al cumulo dei vitalizi. Ora si attende un nuovo pronunciamento della Consulta. La giudice osserva che la legge impugnata ha alla sua base «sia l’esigenza di ricondurre a equità e ragionevolezza gli assai favorevoli meccanismi di calcolo dell’attualizzazione degli assegni vitalizi che l’esigenza di contenimento della spesa pubblica..l’intervento legislativo mirava a correggere gli effetti di una normativa che aveva comportato un ampliamento della spesa pubblica regionale a fronte di una crisi economica di ingente e notoria portata».













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