Vitalizi d’oro, pressing incrociato sulla Svp

Battaglia per limare i tagli. Pahl rivendica: «Il partito deve trattare con noi» Ma gli alleati Pd e Upt: «È ora di chiudere». Oggi sul tavolo il nodo dei criteri


di Francesca Gonzato


BOLZANO. La legge per ridurre i vitalizi d’oro rischia di essere affossata? Il dubbio c’è, dopo il nulla di fatto nella seduta dei capigruppo regionali di mercoledì pomeriggio. Alcuni capigruppo puntano a introdurre criteri meno penalizzanti nel ricalcolo. L’ufficio di presidenza del consiglio regionale questa mattina tornerà a riunirsi. Nel pomeriggio si terrà il vertice del gruppo Svp, da cui però non uscirà la linea definitiva, che viene demandata alla riunione della direzione e del gruppo, convocata per lunedì. E proprio la Svp si trova al centro di un pressing sempre più aspro tra gli alleati trentini che insistono «basta, chiudiamo questa storia» e gli ex consiglieri, che ieri sono tornati a farsi sentire con la minaccia di ricorsi. La Svp è la pedina chiave, perché a questo punto realisticamente bisogna iniziare a fare i conti sui numeri che la maggioranza regionale potrebbe avere a disposizione, quando si arriverà a votare la legge. Su 70 seggi in consiglio regionale, la maggioranza è composta da 41 consiglieri (19 di Bolzano e 22 di Trento. La maggioranza lancerà un appello anche all’opposizione, ma quanti nei partiti di governo voteranno la legge? Mercoledì le critiche più pesanti al disegno di legge sono arrivate da Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore), Andreas Pöder (BürgerUnion), di minoranza, e da Veronika Stirner Brantsch (Svp). La consigliera aveva votato contro il testo già nella seduta dell’ufficio di presidenza. Il capogruppo Dieter Steger nella riunione dei capigruppo non è intervenuto nel dettaglio, perché attende il vertice con il gruppo. La domanda è: quanti consiglieri della Svp potrebbero mettersi contro la legge? Ufficialmente ancora nessuno, a parte Veronika Stirner Brantsch. I pessimisti pensano che i dissidenti della Stella alpina potrebbero essere 3-4, più qualche trentino. La differenza la farà il voto palese.

La ribellione degli ex. Dopo il confronto senza sconti di mercoledì tra l’Obmann Achammer e oltre venti ex consiglieri della Svp, ieri nuove scintille. Il presidente provinciale Arno Kompatscher in mattinata ha rilasciato alla radio una intervista rasserenante, ricordando il debito di riconoscenza verso gli ex politici e la volontà di non andare a uno scontro giovani-vecchi. Non basta a Franz Pahl, presidente della associazione degli ex consiglieri: «Queste parole arrivano troppo tardi. Sono mesi che veniamo coperti di fango per una legge votata da altri. Adesso vogliamo discutere il disegno di legge, perché oltre alla modifica dei criteri vogliono introdurre ulteriori decurtazioni del 20% ai vitalizi. L’associazione, riunita mercoledì, ha ribadito all’unanimità di preparare i ricorsi». Steger tiene i toni bassi, ma sottolinea: «È giusto parlare con tutti, ma la decisione finale spetterà al gruppo e al partito, che ne risponderà agli elettori».

I favorevoli. «Se la Svp si impicca a una trattativa con gli ex non usciremo più da questa storia», avverte Riccardo Dello Sbarba (Verdi). «È in atto una battaglia per limare i tagli», ammette il capogruppo del Pd Alessio Manica, «ma ci siamo dati la scadenza di fine giugno. Valutiamo positivamente la proposta di disegno di legge». Gli fa eco il capogruppo Upt Gianpiero Passamani: «È veramente giunta l'ora di mettere la parola fine. Abbiamo le idee chiare, una proposta altrettanto chiara, calendarizziamo il voto (palese) in aula e chiudiamo». Infine il capogruppo del Patt Lorenzo Baratter: «Il nostro intento è di approvare entro il mese prossimo questo disegno di legge, con voto palese».













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