Vitalizi, tagli a senatori e per le regioni

BOLZANO. Nel giorno in cui il consiglio di presidenza del Senato ha approvato la delibera sul taglio ai vitalizi dei senatori applicando il ricalcolo con il metodo contributivo, e uniformandosi alla...



BOLZANO. Nel giorno in cui il consiglio di presidenza del Senato ha approvato la delibera sul taglio ai vitalizi dei senatori applicando il ricalcolo con il metodo contributivo, e uniformandosi alla decisione presa dalla Camera mesi fa e voluta con forza dal M5S, ieri il vicepremier Luigi Di Maio ha dettato il prossimo obiettivo: «Ora tocca alle Regioni». Annunciando così una norma che sarà inserita nella manovra del governo, per ora riassunta nel comunicato di palazzo Chigi dopo il consiglio dei ministri di lunedì: «Si riducono i costi della politica nelle Regioni a statuto ordinario, speciale e nelle Province autonome, mediante il calcolo contributivo dei vitalizi derivanti da mandato elettivo regionale. Inoltre, si prevede il blocco del trasferimento dei fondi per i vitalizi alle regioni che non ne prevedano l’abolizione». In Trentino Alto Adige i vitalizi dei consiglieri sono stati già aboliti dalla passata legislatura e nel 2014 è stata approvata una riforma che riduce gli assegni in media del 20% agli ex consiglieri. Una legge su cui pende il giudizio della Corte Costituzionale dopo i ricorsi di molti ex. Cosa potrebbe succedere? «Noi manteniamo la nostra autonomia legislativa», ricorda il vicepresidente del consiglio provinciale Lorenzo Ossanna, «bisogna vedere cosa decide la Consulta». La strada per tagliare i vitalizi è costellata di ricorsi. Oltre 400 gli ex deputati, tra cui diversi trentini, che hanno impugnato il taglio varato dalla Camera. Ecco alcuni esempi di chi ci rimetterebbe: Ferruccio Pisoni, ex presidente della Trentini nel mondo, passerebbe da 8.400 a 1.748 euro lordi. Alberto Ferrandi da 4.725 a 1.059, Mario Raffaelli da 8.455 a 3.205 euro e Marco Boato con sei legislature da 10.009 a 4.426 euro.













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