Vittoria, il monumento inizia gli esami 

Ieri al via i rilievi fotogrammetrici. Dopo il crollo i tecnici dell’università di Padova monitorano la struttura per capirne lo stato di salute Per effettuare i controlli utilizzato anche un drone. Se i danni fossero circoscritti riapertura fra pochi mesi, altrimenti sarà necessario il restauro



Bolzano. Il monumento ha vissuto ieri il suo D-day. L’avvio delle operazioni. Lo sbarco della tecnica ai bordi del suo malessere per rimetterlo finalmente in linea di volo. Certo, ce ne vorrà. Ma intanto la Vittoria non vive più la solitudine di questi mesi di abbandono, tra lenzuola che si strappano, erba che cresce incolta ai piedi della scalinata e ferita sul frontone senza cure. Così, di prima mattina, sono arrivate in forze le squadre di tecnici con strumenti e attrezzature. E anche un drone. Sono stati inviati dall'università di Padova che lavora a stretto contatto con la Soprintendenza delle Venezie e che sta muovendosi per verificare una questione in particolare: se la lastra che è crollata sbriciolandosi al suolo costituisca un unicum, una lesione controllabile e limitata, oppure se varie sezioni del monumento siano potenzialmente in grado di presentare problemi di tenuta. "Il monumento può essere malato" si era lasciato sfuggire un ricercatore il giorno successivo il crollo di una parte di frontone. E anche le prime verifiche superficiali avevano confermato alcune problematiche ormai cronicizzate, come le infiltrazioni d’acqua sotto la scalinata. "Questo monumento non è mai stato analizzato in profondità in tutti questi anni" era stato anche detto successivamente da fonte della Soprintendenza. Per questo i suoi uffici, col supporto di esperti e ingegneri dell'università di Padova, hanno sfruttato questi mesi estivi e semipandemici per effettuare ricerche non tanto sul campo ma di tipo archivistico, consultando le vecchie mappe, i progetti di Piacentini, i rilievi dell'epoca e la storia recente del monumento. Questo per capire anche le tecniche di consolidamento e di fissaggio della lastra caduta ma anche di quelle tutt’intorno, se mai si fosse rilevata la necessità di una operazione di ripristino statico in estensione e non solo sul frontone che aveva ceduto.

Erano in molti ieri mattina ad aggirarsi tra colonnati, scale e scorci laterali. Con strumenti spettrografici di analisi metro per metro e non solo nei luoghi potenzialmente a rischio. C’era anche un drone, tra le "armi" in dotazione. Questo perché sarà molto più semplice ed economico analizzare anche lo stato del tetto senza dover approntare impalcature su ogni lato. Senza contare la pericolosità insita in una verifica fatta di persona sul tetto, a quell'altezza. Gli impianti fotografici e fotogrammetrici presenti all'interno del drone permetteranno di scannerizzare ogni centimetro del tetto, rilevando eventuali fenditure e certificando lo stato generale di quel settore monumentale. E' una operazione finalmente visibile. Ed era evidente la soddisfazione ieri in Comune, anche se il municipio non ha diretta competenza sul monumento e dunque sulle verifiche e i programmi di riqualificazione in corso ma solo sulla cripta e il suo percorso museale interno (anch’esso oggetto di ripristini in questi mesi di chiusure Covid).

Tempi? Tutto è legato alle verifiche in corso. Se il consolidamento si certificherà essere necessario solo su alcuni settori delle lastre, la riapertura potrebbe avvenire entro pochi mesi. Se invece, come alcuni temono, lo stato generale dell'architettura fosse fragile, allora la Sovrintendenza dovrà avviare un percorso di consolidamento molto esteso. E necessariamente più lungo. Insomma, la Vittoria sta attendendo la sentenza: come dopo una visita radiologica. E spera che il suo malessere non sia un male grave. «In ogni caso - dicono in municipio, settore musei - queste operazioni di studio e di verifica saranno comunque interessanti e ci serviranno anche in futuro». P.CA.













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