Voglia di secessione, in migliaia a Brunico

«Via dall’Italia». Thaler ringrazia la Lega: «È un nostro diritto»


di Davide Pasquali


BRUNICO. Organizzata dagli Schützen, ma gli Schützen non c’erano. O meglio, c’erano, ma non erano vestiti da Schützen. Cioè, erano vestiti da Schützen ma senza il cappello piumato, ossia senza la vera ufficialità. Stiamo parlando della manifestazione secessionista organizzata ieri a Brunico, alla presenza di un paio di migliaia di persone. Benedetta dal leader leghista Matteo Salvini (ringraziato dal comandante dei tiratori Thaler) , si intitolava Iatz, ossia jetzt, ossia adesso, subito. C’erano i secessionisti delle Fiandre (numerosissimi e con la loro banda di percussionisti), della Baviera, della Lombardia, del Friuli, di Trieste, del Veneto, più gli immancabili pantirolesi trentini. C’erano però soprattutto le famiglie: mamme, papà, bambini sudtirolesi, tutti bandierina rossobianca in mano, a urlare a squarciagola il loro Los von Rom. Col sorriso sulle labbra.

Una festa campestre durata ore: birra e würstel, strauben e lagrein. Il tutto condito da schioccatori di frusta (donne comprese) e schuhplattler (donne comprese). Più vari e partecipati concerti dal vivo di volksmusik, sia classica che rock-contemporanea. E i discorsi ufficiali dal palco, anche in inglese ma non in italiano. Incentrati sul no al ristabilimento del confine al Brennero, basta coi pellegrinaggi a Roma a pietire, siamo stufi delle poste che non funzionano e pure delle previsioni meteo della Provincia, che se li ascoltavamo davano pioggia e non ci riunivamo mica. E se crediamo alla secessione, ce la possiamo fare. Sembrerebbe un disco rotto, ma non è così, almeno per un unico solidissimo motivo: tanti giovani e ragazzi, anzi ragazzini, anzi bambini. Se in Italia la passione per la politica pare quasi scomparsa, allora si può ben dire che questa fetta di Südtirol ist nicht Italien. Perché, qui, le giovani generazioni ci sono.

Prima la gara di corsa a staffetta per il Centro; come testimone un bastoncino, ovviamente biancorosso. Ha corso anche Pius Leitner, coi lederhosen. Ma c’è chi ha corso col grembiule blu, chi con gli scarponi in pelle da contadino di montagna e la camicia a quadretti biancorossi. Ovunque, stand culinari. E poi gadget e marketing politico-popolar-secessionista. Vale la pena citare, per chi non ci è mai stato. Prima le felpe della fedeltà territoriale: «Dem Land Tirol di ewige Treue». Con aquila tirolensis. E ci sono le signore in sexy-dirndl, con figlie al seguito. «Questo non è il nostro Stato», recita uno striscione. «Un paese, tre lingue, una identità», sta su un altro striscione. E su una maglietta: «Vogliamo rimanere tirolesi, siamo il sud tedesco». Su un’altra: «Corriamo per la Süd-Tiroler Freiheit». Il menu è tutto e solo in tedesco. Ma a chi lo ha compilato il monolinguismo non è riuscito proprio del tutto: non ha potuto fare a meno di citare l’«Aranciata». Ci sono gli stand bavaresi («Europa delle Regioni al posto del centralismo»), dei veneti («Independensa!»), dei triestini («Free territory of Trieste»), delle patrie furlane, delle Fiandre. L’inno del Tirolo, «a Mantova in catene l’Hofer sta», è l’unico testo citato in italiano. Su un fianco, gli stand politici. «Stato libero Trentino Sudtirolo», «Trentino non è Italia», «Selbstbestimmung - Wir sind ein Volk». Ci sono i trentini che sponsorizzano il sentiero escursionistico di Andreas Hofer, dal passo del Ballino (Giudicarie) a Sankt Leonhard in Passeier. Ci sono Stf, Bürgerliste e pure i Freiheitlichen. Con una certa sorpresa: fuori dalla loro tenda, proprio sotto un manifesto dove l’Italia malvagia si fagocita un impaurito Südtirol, assieme all’ex obfrau dei Freiheitlichen Ulli Mair, sta l’ex commissario del governo Valerio Valenti, ora prefetto a Brescia. Accanto, ragazzine in dirndl si sono appiccicate addosso degli adesivi: “Tirol Patrioten sind keine Nazi-Idioten”, “Los von Rom - Goodby Italien”. A un certo punto, un tizio che si scarrozza in giro una botticella dotata di ruote: «Termeno e il suo vino, così buona potrebbe essere anche l’indipendenza!». Regala ai passanti dei bicchieri di rosso. Vicino, sta una bimba di 3 anni. In mano, un palloncino: «Süd-Tirol ist nicht Italien».

GUARDA LA FOTOGALLERY

E COMMENTA

www.altoadige.it

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Tennis

Sinner torna in campo, nel Principato primo allenamento verso il Roland Garros

Dopo le cure all’anca al J Medical, Il campione di Sesto ha ripreso in mano la racchetta a Montecarlo sotto la supervisione coach Vagnozzi e Cahill. Ma non ha sciolto le riserve sulla sua partecipazione a Parigi (foto Instagram Sinner)

LA SPERANZA Il post di Cahill che fa sperare i tifosi
IL CAMPIONE "A Parigi solo se sarò al 100%"
DOLORE Per il problema all'anca Sinner si affida al centro della Juve
GOSSIP Nuova fiamma per Jannik? Il gossip su Anna Kalinskaya

Attualità