Vola per 40 metri, grave un cacciatore

Il bolzanino Guerrino Dalsass voleva recuperare un camoscio, è finito nel rio Lusina. I soccorritori: arrivati appena in tempo


di Massimiliano Bona


LAIVES. «Se il cacciatore fosse rimasto nelle acque del rio Lusina per altri trenta minuti probabilmente non ce l’avrebbe fatta»: a parlare è uno dei soccorritori che si sono calati per una quarantina di metri con il verricello nel canalone del Monte Largo, a Laives, dove Guerrino Dalsass era finito nel tentativo di recuperare un camoscio abbattuto poco prima assieme ad altri colleghi della sezione di Laives.

La zona è particolarmente impervia e umida e ciò spiega come anche un cacciatore e accompagnatore esperto, come il 73enne bolzanino, abbia potuto mettere il piede in fallo a precipitare per più di quaranta metri. L’impatto con il suolo è stato violentissimo e i volontari del Brd e del Cnsas di Bolzano hanno subito capito che si trattava di un politrauma. «Il cacciatore - spiega uno dei volontari - non ha mai perso conoscenza ma quando siamo arrivati sanguinava da più parti. Ha riportato traumi di diversa entità dalla testa alle ginocchia».

Il primo obiettivo dei soccorritori, che si sono bagnati da testa a piedi, è stato quello di tirare fuori il ferito dalle acque gelide del rio Lusina, in un tratto tra l’altro particolarmente ripido del canalone. Il medico e l’infermiere si sono calati dal Pelikan 1 ed hanno raggiunto le squadre del Brd e del Cnsas, che per prime avevano raggiunto il ferito.

«Dalsass - racconta un amico cacciatore - vive a Bolzano, ma può cacciare nella riserva di Laives perché ha vissuto qui più di dieci anni. Questa è una zona in cui si trovano soprattutto camosci e non è sicuramente il primo a mettere il piede in fallo. Ieri faceva parte di una comitiva con cacciatori e accompagnatori. Ci è stato, di sicuro, molte altre volte».

Uno dei primi a presentarsi al «San Maurizio» è stato il rettore della riserva di caccia di Laives Georg Zelger che ha cercato di tenere costantemente aggiornati tutti i colleghi. Sono in corso ulteriori accertamenti per cercare di ricostruire la dinamica dell’incidente. Da quanto è stato possibile apprendere finora i cacciatori che erano con lui e che hanno dato subito l’allarme non sono riusciti a scendere ai piedi del burrone, poco distante dall’ex cava di porfido Flor.

Uno di essi, in particolare, dopo aver abbattuto il camoscio avrebbe chiesto di andarlo a recuperare e Dalsass - che fungeva da accompagnatore - aveva deciso di scendere assieme a lui. Nel tardo pomeriggio di ieri si è appreso che le condizioni del ferito sono ancora serie ma dovrebbe riuscire comunque a rimettersi, seppur con una prognosi piuttosto lunga.

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