Walther a Casanova, processo annullato per un errore della Procura contabile

Lo sbaglio rende vana la richiesta risarcitoria per la nomina Ipes di due consulenti


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Il procedimento promosso dalla Procura regionale della Corte dei Conti in relazione alle consulenze esterne dell’Ipes per il concorso di idee per il rione Casanova, è finito nel nulla. Lo ha deciso la sezione giudicante che ha ritenuto inammissibile la citazione del procuratore Robert Schülmers.

Una valutazione di carattere giuridico ha dunque reso vana l’iniziativa della Procura che aveva ritenuto di contestare un presunto danno erariale per sperpero di denaro pubblico. In sostanza la Procura della magistratura contabile aveva chiesto la condanna di due dirigenti Ipes (Franz Karl Stimpfl e Gianfranco Minotti) a rimborsare all’ente 11.232 euro ritenendo che non fosse assolutamente lecito coinvolgere due consulenti esterni per l’organizzazione di un concorso di idee per l’arredo urbano del nuovo rione.

In sostanza la Procura aveva contestato il ruolo avuto dai due consulenti (la professoressa Annalisa Cattani e il designer Sergio Camin) il cui ruolo - disse il procuratore Schülmers in aula - «è rimasto avvolto nella nebbia». Secondo il magistrato i due dirigenti Ipes citati in giudizio avrebbero dovuto semplicemente predisporre un bando di concorso di idee per un progetto di arte pubblica per il quale non sarebbe stato assolutamente necessario - secondo la Procura - coinvolgere esperti esterni.

I giudici della Corte dei Conti hanno sciolto la riserva in pochi giorni. Non sono entrati nel merito della questione sollevata dal procuratore ma hanno stoppato il procedimento considerando inammissibile l’atto di citazione che avrebbe travalicato il “limite di variabilità” tra l’invito a dedurre e l’atto di citazione vero e proprio. «Nella chiamata in giudizio - si legge in sentenza - è stato contestato un addebito che si discosta nettamente dal nucleo essenziale della fattispecie dannosa, prefigurata dall’invito a dedurre».

Ne consegue - scrivono ancora i giudici - che «gli allora intimati non sono stati messi nelle condizioni di esercitare il loro diritto ad una adeguata forma di difesa anticipata». Nella sostanza i giudici contabili hanno rilevato che nell’invito a dedurre la Procura non aveva contestato la decisione dei dirigenti Ipes di affidare un incarico esterno a due consulenti esperti ma aveva ritenuto che uno dei due consulenti (cioè il designer Sergio Camin) non fosse in possesso di una adeguata qualificazione per assumere l’incarico. Nel successivo atto di citazione davanti alla sezione giudicante, la Procura decise invece di contestare la presunto illiceità della decisione di affidare una consulenza esterna a due esperti per l’indizione del concorso di idee.

Questa anomala procedura era stata ampiamente segnalata e contestata sotto il profilo giuridico dall’avvocato difensore Domenico Laratta che ora si è visto accogliere in toto l’eccezione. I giudici dunque hanno rilevato che non c’era corrispondenza tra invito a dedurre e atto di citazione. Il procedimento è dunque nullo ma la Procura potrebbe decidere di riproporlo con un nuovo invito a dedurre.

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