LA CRISI IN ALTO ADIGE

Widmann: "Alle impresedaremo aiuti ma non soldi"

L'assessore provinciale: "Serve lavoro e meno burocrazia, non contributi"



BOLZANO. «Per sopravvivere le nostre imprese hanno bisogno di lavoro, non di contributi». Così l’assessore provinciale all’industria Thomas Widmann risponde al presidente di Assoimprenditori Christof Oberrauch. La ricetta di Widmann prevede la riduzione della burocrazia, un maggior coordinamento tra enti provinciali e una forte concentrazione delle risorse sui settori chiave dell’economia locale.
 Come il presidente della giunta Luis Durnwalder e l’assessore all’innovazione Barbara Repetto, anche Thomas Widmann l’altra sera ha partecipato al ricevimento degli imprenditori. Il discorso di Christof Oberrauch, che non ha risparmiato qualche frecciata alla Provincia, l’ha seguito parola per parola. «E devo dire - afferma - che condivido quasi tutto».
 Oberrauch non ha però rinunciato a criticare l’operato della giunta. Ad esempio ha definito la manovra anticrisi un’operazione di marketing...
 
«Vero, ma ha anche detto che ha funzionato. L’obiettivo era quello di riportare un po’ di ottimismo tra gli imprenditori e ci siamo riusciti. La crisi si combatte prima di tutto nelle nostre teste».
 Però qualche aiuto economico non fa male...
 
«E non sono mancati. Il nostro magari non era un maxi-pacchetto, ma un pacchetto fatto di tante misure concrete: i 55 milioni per il fondo di rotazione, i 15 milioni per i mutui, lo stanziamento di 3,1 milioni per i Confidi, gli appalti alle ditte locali e via di questo passo. Gran parte di questi aiuti continueranno anche nel 2010».
 Oberrauch chiedeva un cambio di mentalità. Per la politica cosa significa?
 
«Significa far tornare gli imprenditori a fare quello che sanno fare meglio, ovvero gli imprenditori. Oberrauch ha ragione quando dice che bisogna abbattere la burocrazia. Ci stiamo lavorando: misure come la Dia, le semplificazioni urbanistiche, la riduzione degli obblighi edilizi, la procedura più snella per chiedere contributi provinciali sono tutti passi in questa direzione».
 Assoimprenditori vorrebbe un abbattimento della burocrazia del 30%...
 
«Faremo il possibile. Nell’economia di oggi non è più il più grande che mangia il più piccolo, ma il più veloce che mangia il più lento. Noi dobbiamo creare i presupposti affinché le nostre imprese siano veloci, quindi via ai paletti. Questo significa meno regole, ma più chiare».
 L’industria definisce «una mancia» gli 8,5 milioni messi stanziati a bilancio. Cosa risponde?
 
«Che i soldi sono molto di più. È come considerare solo la paga base, senza straordinari e altre voci aggiuntive. La riduzione dell’Irap ci è costata 40 milioni, poi ci sono gli stanziamenti per Bls, Alto Adige Marketing, Tis...».
 Appunto, tanti enti. Per Oberrauch sono troppi, e soprattutto scoordinati...
 
«È un problema reale. Da quest’anno sarà organizzato almeno un incontro annuale sotto la guida del presidente della giunta per definire i programmi di attività dei vari enti. Così potremo definire meglio i loro obiettivi».
 Innovazione: su cosa punterete?
 
«Sui settori in cui siamo già forti. Penso all’edilizia sostenibile, al risparmio energetico, alle tecnologie alpine e invernali. Abbiamo imprese leader mondiali, vogliamo attirarne altre e sfruttare le sinergie. In giunta stiamo studiando come valorizzare al massimo il parco tecnologico che sorgerà all’ex Alumix. E con l’arrivo del Fraunhofer Institut potremo finalmente concentrarci anche sulla ricerca applicata».
 Intanto la crisi continua: cosa farà la giunta?
 
«Sono convinto anch’io che la crisi non è ancora finita, però credo anche che abbiamo toccato il fondo e che comunque l’Alto Adige ha resistito meglio di altri, grazie soprattutto all’ottimo andamento del turismo. Certi settori come l’edilizia e i trasporti continueranno a soffrire: sono comparti che hanno tantissime piccole imprese, spesso costituite da un’unica persona. In generale, uno dei traguardi che dobbiamo raggiungere è quello di promuovere le cooperazioni tra le imprese. Più sono unite e più possibilità hanno di continuare a sopravvivere».













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