Widmann: un piano per tagliare 1500 posti in Alto Adige

L'assessore: toccando tutto il comparto pubblico si possono risparmiare 80 milioni


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Duecento posti in meno nell'arco di tre anni». Thomas Widmann, assessore provinciale al personale, è soddisfatto del risultato ottenuto in modo - assicura lui - "del tutto indolore". Esponente dell'ala economica della Svp, Widmann condivide le critiche che arrivano da imprenditori, artigiani, albergatori, contadini: troppe spese fisse per personale e sanità ingessano il bilancio e penalizzano l'economia. Il taglio del 6% per tutti i settori previsto per il 2011 che va ad aggiungersi al 9% del 2010 e i fondi per l'innovazione che calano dello 0,2%, sono ritenute dagli imprenditori "scelte inaccettabili". È dell'altro giorno l'intervento del presidente della Camera di commercio Michl Ebner che incalza la Provincia ad un cambiamento strutturale del settore pubblico. Che significa andare nella direzione tracciata dai principali Paesi europei: il piano, messo a punto in questi giorni dal premier inglese David Cameron, prevede la cancellazione di 490 mila posti pubblici da qua al 2015.
«Condivido in pieno - dice Widmann - le critiche del presidente della Camera di commercio Ebner. Dobbiamo ridurre sia la burocrazia che il personale».
Facile a dirsi meno a farsi.
«Non è vero, io l'ho fatto e se tutti seguiranno il mio esempio si potrà raggiungere l'obiettivo senza drammi. Sono convinto che ci sono margini di risparmio nella scuola che ha 14.187 dipendenti, di cui 2.200 amministrativi, e nella sanità con altri 7.500 addetti. Per non parlare dei Comuni che viaggiano sui 3.900».
Come ha fatto?
«Ho tagliato 200 posti che significa il 5% su quella parte di personale pubblico che dipende da me. In pratica, non ho applicato quello che è un automatismo ormai superato, ovvero un'assunzione per ciascuno che va in pensione. Le assunzioni si fanno solo se serve».
E non ci sono state ripercussioni negative per quanto riguarda i servizi?
«No, anzi. Le razionalizzazioni, se fatte bene, migliorano l'efficienza dei servizi».
Questa è la conferma che l'apparato pubblico provinciale è effettivamente sovradimensionato.
«Ci sono complessivamente 34 mila dipendenti pubblici (esclusi gli statali). È vero che i servizi offerti sono tanti, ma con un bilancio che tende progressivamente a ridursi, non possiamo più permetterci un apparato di tali dimensioni. Costa intorno al miliardo e 400 mila euro».
A lei la giunta ha affidato il compito di predisporre un piano di riduzione del personale non inferiore al 3% in 5 anni. Durnwalder ha parlato di circa 500 posti in meno.
«Che potrebbero diventare 1500 se si applicasse la riduzione media del 4-5% su un totale di 34 mila dipendenti. Ho fatto i conti: si potrebbero risparmiare 70-80 milioni di euro che corrisponde esattamente alla riduzione del bilancio provinciale tra il 2010 e il 2011».
I sindacati faranno le barricate.
«Capiranno anche loro che così non possiamo andare avanti».
Ma i tagli sul personale per un politico sono un'azione impopolare.
«Lo so, ma dobbiamo essere seri. Chi ci ha eletti ci chiede questo. I privati l'hanno già fatto: razionalizzazione dei procedimenti che per l'ente pubblico significa riduzione della burocrazia, accorpamenti, miglior sfruttamento delle sinergie. Questo ci consente di avere più fondi per innovazione, formazione, università».
Oltre ai sindacati anche i direttori d'ufficio si metteranno di traverso, visto che nessuno vuol vedersi ridurre il personale.
«Su questo non c'è dubbio. Anche perché l'indennità di un direttore d'ufficio varia anche a seconda del numero di collaboratori. È un principio di per sé giusto, purché non ci sia un eccessivo legame tra le due cose. Per questo voglio proporre alla giunta di rivedere il sistema di calcolo dell'indennità».
C'è chi, come il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli ma non solo lui, sostiene che in un momento in cui tutti tagliano e riducono, almeno Comuni e Provincia devono dare lavoro.
«Per farlo bisogna avere i soldi e noi ne abbiamo sempre meno».

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