Xela, ancora nulla di fatto e le perdite sono pesanti

La riapertura dell’impianto di Cortaccia resta una decisione del Consiglio di Stato L’alternativa è una deroga della Provincia che però sembra molto improbabile


di Massimiliano Bona


CORTACCIA. A meno che la Provincia conceda a breve una deroga per la riapertura dell'impianto, possibilità quest'ultima che appare peraltro assai remota viste le pressioni, esercitate nella direzione opposta dalla Volkspartei della Bassa Atesina, a decidere il futuro della Xela di Cortaccia - azienda con 20 dipendenti e un fatturato attorno ai 4 milioni di euro - sarà il Consiglio di Stato. Lo dovrebbe fare nell'udienza di merito fissata per il 29 maggio prossimo. E proprio il Consiglio di Stato nei giorni scorsi, come spiega il legale dell'azienda Giuseppe Avolio, ha negato la sospensiva.

«Visto che nessun dipendente era stato messo in cassa integrazione - spiega infatti il legale - i giudici hanno ritenuto che non vi fosse il requisito dell'urgenza. In realtà la situazione è molto difficile e rischia di precipitare da un momento all'altro se Comune e Provincia non cercheranno di mediare, trovando un'intesa in grado di tutelare in qualche modo i posti di lavoro».

Il danno industriale, ovvero in estrema sintesi quelle che possono essere quantificate in perdite economiche, da circa un mese dalla chiusura, è arrivato a cifre importanti.

«Siamo nell'ordine - commenta a questo proposito l’avvocato Avolio - del mezzo milione di euro ma è evidente che l'azienda rischia veramente di chiudere se la situazione non cambierà nel giro di pochi giorni. Visto che le valutazioni dei carabinieri del Noe (il reparto ecologico, ndr) e dell’Agenzia provinciale per l'ambiente non sono state negative, non si capisce davvero per quale ragione ci si ostini a tenere chiuso l'impianto».

Il fatto davvero strano è che ben due sindaci, l'attuale presidente del Comprensorio Schiefer e il suo successore Fischer, hanno firmato autorizzazioni che consentono alla Xela di lavorare. Anche a detta della Provincia, nonostante l'incendio dei mesi scorsi, «non ci sono pericoli di natura ambientale».

Nei giorni scorsi l’avvocato Avolio ha incontrato il direttore dell'Ufficio provinciale rifiuti, Giulio Angelucci, con il quale ha fatto il punto della situazione e ha cercato di individuare quali sono le vie d’uscita. Quel che appare evidente, per il momento, è semplicemente e solo il fatto che l'unico a poter firmare una deroga provvisoria per consentire la riapertura immediata dello stabilimemto, prima che venga pronunciata la sentenza da parte del Consiglio di Stato, è il presidente della giunta provinciale, Luis Durnwalder. Il quale però non sembra intenzionato a tendere la mano al titolare della Xela, Patrick Santini.

La situazione dunque resta di stallo, ma economicamente preoccupante, perchè proprio questo stallo, costa caro.

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