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Zanzara tigre, a Bolzano la disinfestazione tocca agli amministatori

La commissione ambiente del Comune: «Multe per chi non si adegua». Il motivo: il 70 per cento del verde è privato


di Davide Pasquali


BOLZANO. Inutile che a dannarsi l’anima sia solo il Comune, quando il 65-70% delle aree verdi cittadine si trovano su terreni privati. Quindi, visto che l’invasione delle zanzare - tigre o meno - non accenna affatto a diminuire, anzi, tutt’altro, dal prossimo anno scatterà l’obbligo di disinfestazione preventiva per tutti quanti i bolzanini. Responsabili saranno gli amministratori. Controlli a tappeto e sanzioni garantiranno il rispetto dell’imposizione.

Il sindaco Renzo Caramaschi ha recentemente confermato che non è possibile variare l’ordinanza che pone il divieto, salvo specifici casi eccezionali, come quelli accaduti quest’estate a Roma, di trattare le zanzare adulte con appositi insetticidi (i cosiddetti adulticidi).

Secondo il ministero della salute, infatti, un sindaco può autorizzare interventi di disinfestazione solo in caso di emergenza sanitaria e grave rischio per le persone oppure in caso di elevata infestazione pericolosa per l'uomo in luoghi particolarmente sensibili. Il protocollo è valido in tutta Italia.

Per ovviare a questo divieto, su richiesta del sindaco Caramaschi, gli uffici comunali hanno di recente preso contatti con l’Asl per rivedere l'ordinanza esistente in senso migliorativo, con il fine di rafforzare la rete di interventi cittadina sulle larve, a prevenzione del fenomeno di proliferazione delle zanzare.

A tale proposito il direttore dell’ufficio tutela ambiente Renato Spazzini lunedì ha informato la commissione ambiente del Comune che, a partire dal prossimo anno, verrà introdotto un protocollo che prevede la rilevazione, tramite apposito registro, degli interventi di prevenzione attuati dai privati e impone agli amministratori di operare in materia. Si sta studiando la delibera, i cui dettagli verranno concordati con gli amministratori

In qualsiasi momento potranno essere operati controlli per verificare se il condominio è intervenuto correttamente nell’attività di trattamento, come prevederà l’apposita ordinanza sul tema.

«Il Comune - chiarisce il consigliere comunale Claudio Della Ratta, membro della commissione ambiente - si è da tempo attivato per la disinfestazione degli spazi pubblici, ma è necessario che anche i bolzanini si attivino con la prevenzione e i trattamenti, considerato che le aree private costituiscono la maggior parte dei siti a rischio (65-70%)».

Purtroppo «è ormai evidente che in generale i privati siano poco attenti al fenomeno (anche perché presente a macchia di leopardo) che, quindi, di conseguenza non si ridimensiona».

Si è reso quindi necessario intervenire «per assicurarsi che i privati svolgano quelle azioni di contrasto che spettano loro, e per maggiormente sensibilizzare gli amministratori di condominio sul tema, al fine di accentuarne il coinvolgimento».

Finora «l’attività di prevenzione privata era stata quasi lasciata alla disponibilità dei singoli e degli amministratori». Ora, in conseguenza del consolidamento del fenomeno, che secondo il laboratorio biologico provinciale sta aumentando di anno in anno (nell’estate 2015 le uova contate nelle ovitrappole sono più che raddoppiate rispetto all’anno precedente, e nel 2016 sono ulteriormente aumentate rispetto al 2015), e del fatto che sono aumentati ancora i casi di Chikungunya nel nostro Paese, «si è reso necessario un inasprimento degli strumenti di controllo da parte del municipio».

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