Zeller: quattro modifiche allo Statuto grazie al patto 

Il senatore rivendica l’accordo con il Pd: «Adesso blockfrei? Ci sono pro e contro» Oggi incontro del segretario della Stella alpina e Huber sui collegi Bolzano-Laives


di Francesca Gonzato


BOLZANO. La Svp blockfrei a livello nazionale, ma pronta ad accordi regionali con il Pd e il Patt per le elezioni politiche. Sulla linea uscita dall’ultima seduta della Parteileitung discuteranno oggi l’Obmann Philipp Achammer con il segretario del Pd Alessandro Huber, che arriverà a questo primo incontro con la richiesta di avere un candidato italiano sia nel collegio uninominale Bolzano-Bassa Atesina del Senato che in quello nuovo della Camera, previsto dal Rosatellum. Nel 2013 la Svp chiuse la stagione blockfrei siglando prima delle elezioni l’accordo politico con il Pd che garantì il numero record di cinque deputati Svp-Patt grazie al premio di maggioranza. Niente più premio di maggioranza, niente accordo politico nazionale: così ha deciso la direzione della Svp, accarezzando la corrente interna che mal sopporta quel vincolarsi a sinistra. Ma non necessariamente deve essere così e l’annuncio tranchant di Achammer ha creato qualche nervosismo nel partito. Nel Pd locale si minimizza, parlando di «decisione attesa», ma lo stesso Achammer riferisce che il Pd nazionale «avrebbe gradito» una conferma del patto. Il senatore Karl Zeller conferma che potrebbero esserci due ipotesi sul tappeto: «Senza premio di maggioranza, un accordo preliminare nazionale non è necessario. Farlo o non farlo? Ogni scelta ha pro e contro. Deciderà il partito. Sono vice Obmann ma, appunto, vice. Rispetto le scelte. È evidente che grazie all’accordo del 2013 la nostra autonomia ha ottenuto moltissimo. Fondamentale sarà un accordo territoriale per avere quanti più parlamentari autonomisti, ma su questo non credo ci siano dubbi nella Svp». Prosegue Zeller: «Stipulare un accordo preliminare con il Pd, perché certo non lo faremmo con la Biancofiore, consentirebbe di stendere prima un programma, su cui lavorare dopo le elezioni». Così però si scommette sul fatto che il Pd avrà un ruolo di governo, mentre nella Svp c’è chi invita alla prudenza, perché l’Italia è divisa in tre blocchi politici. Risponde Zeller: «Certo, si può anche scommettere sul dopo, tenersi le mani libere, pensando di avere un forte potere contrattuale. Come detto, pro e contro. Mi sembra improbabile un Pd all’opposizione. È probabile invece una grande coalizione. A quel punto, la nostra piccola pattuglia quanto conterà? Non c’è una soluzione perfetta, solo questa legge elettorale è perfetta...».

IL DISCORSO IN AULA. Il pensiero di Zeller, notoriamente non un nostalgico di sinistra, su quanto sia stato importante per la Svp e la provincia l’accordo elettorale con il Pd, sta tutto nel suo discorso pronunciato ieri al Senato prima del voto di fiducia alla legge di bilancio. Come senatore non ricandidato, è una sorta di testamento politico: «Abbiamo sostenuto in questa legislatura i governi Letta, Renzi e Gentiloni sulla base di un patto politico e programmatico i cui esiti sono stati importanti per il Paese, attraverso una costante e fondamentale azione di riforme, di politiche sostenibili di risanamento e di stabilizzazione dei conti pubblici». Per le autonomie speciali, ha detto, «si chiude una stagione particolarmente fertile, dopo i tempi bui del governo Monti, che aveva minato la base della nostra autonomia. In questi quattro anni abbiamo modificato quattro volte lo Statuto del Trentino-Alto Adige-Südtirol. Mai nella storia dal 1948 è successo che lo Statuto sia stato modificato in misura così significativa in una legislatura».

LA CANDIDATURA DI BRESSA. Per il collegio senatoriale di Bolzano Pd e Svp puntano su Gianclaudio Bressa. Secondo il Corriere della Sera, il Pd garantirà la deroga al limite dei mandati ai componenti del governo, Bressa compreso.

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