«Da Heller la migliore idea per il Giardino vescovile» 

La replica all’Ordine degli architetti: «Progetto vincente per costi e qualità  E con la modifica alla legge sugli appalti il Comune non c’entra»


di Luca Masiello


BRESSANONE. “I brissinesi vogliono il progetto di Heller perché piace: lo dimostra anche il fatto che il consiglio comunale non ha avuto dubbi ad approvarlo”: il sindaco di Bressanone, Peter Brunner, non accetta le accuse lanciate dall’Ordine degli architetti, che nei giorni scorsi ha pesantemente criticato la volontà di affidare all’artista austriaco André Heller il futuro del Giardino vescovile ed è determinato a portare avanti il progetto “perché – spiega – è quello che meglio soddisfa le esigenze della Diocesi e della Provincia, oltre che quelle dei cittadini”.

Sindaco Brunner, cosa pensa dell’attacco dell’Ordine degli architetti?

“Mi sembra ingiustificato. Abbiamo lavorato con la massima trasparenza, e comunque sia, per quella che chiamano “Lex Heller”, la modifica alla legge degli appalti, noi non c’entriamo nulla: è la Provincia che se ne occupa e che ci ha dato il via libera”.

Secondo loro avete cancellato con un colpo di mano il concorso del 2012 ed i vincitori hanno perso così l’incarico. A lei sembra tutto regolare?

Io capisco benissimo il rammarico degli architetti vincitori, e mi dispiace per loro. Però non possiamo portare avanti un progetto che non piace né ai cittadini né ai committenti. Le idee di Heller portano ad un investimento a lunga durata: a differenza del vecchio progetto, grazie ad esse non verranno più spesi soldi pubblici per la gestione del Giardino”.

A proposito di soldi, l’Ordine reputa che gli interessati sembrano guardare più agli aspetti commerciali, che a quelli artistici…

Noi non ci vogliamo guadagnare niente: vogliamo che il giardino diventi un luogo dove i brissinesi possano trascorrere del tempo e godere delle sue bellezze, e soprattutto che dalle loro tasche non esca un centesimo per esso. Gli eventuali introiti derivanti dal Giardino ci servirebbero esclusivamente per la sua manutenzione: dal punto di vista meramente economico questo è un altro punto di forza del progetto di Heller”.

Però, secondo gli architetti, la proposta dell’artista austriaco sembrerebbe non adeguata al valore storico dell’insieme del Palazzo vescovile. Cosa ne pensa?

“Credo che sia una valutazione soggettiva, il punto di vista di quelle poche persone che sembrano non aver apprezzato la proposta. Eppure, a detta di tutti, il progetto crea una grande sinergia con il Palazzo. Il vescovo stesso ha dichiarato “Questa non è più la casa del vescovo, è un palazzo che ospita un museo. Quindi ben venga l’arte all’interno ed all’esterno di esso”. Tutto il parco è dedicato all’arte ed alla meditazione, alla religione. La nostra priorità è proteggere il passato, certo, ma aprendoci al futuro”.

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