«Dal Comune zero risposte sul progetto di Heller» 

Il futuro del Giardino Vescovile. Il gruppo Iniziativa lamenta il silenzio alle richieste di dati e torna a criticare l’intervento previsto: «È costoso e non è al servizio della popolazione»


Fabio De Villa


Bressanone. Un contributo provinciale da 1,4 milioni arriva in favore del progetto di André Heller per il nuovo Giardino vescovile a Bressanone. La notizia è stata data ieri all’incontro del gruppo “Iniziativa per il futuro del Giardino Vescovile”, da sempre critico verso le idee dell’artista austriaco. “Nonostante la nostra richiesta di aggiornamenti, non sappiamo molto sul progetto di Heller - ha detto Hans Heiss - Ci siamo al sindaco Peter Brunner lo scorso marzo, ci è stato promesso che entro maggio avremmo avuto risposta, cosa che non è avvenuta. Chiediamo chiarezza e trasparenza”.

Nel frattempo, il gruppo di Iniziativa per il futuro del Giardino Vescovile ha creato un opuscolo che racconta la storia di una delle aree verdi più dibattute della città, partendo dal 1990 e proiettandosi dal presente fino alla riapertura al pubblico del giardino. E, in occasione della conferenza stampa di ieri, il gruppo ha illustrato i 9 punti critici evidenziati nel progetto dell’artista Heller. Eccoli: “1. Non si tratta di un giardino pubblico e a disposizione della popolazione, bensì di un progetto artisticamente sofisticato per attrarre visitatori a pagamento; 2) I costi sono tre volte maggiori rispetto al precedente progetto. Si parla infatti di 10 milioni contro i 3,5 del primo progetto; 3) I costi di gestione del futuro giardino sono a oggi sconosciuti. Non si hanno informazioni su spese di manutenzione, cura, sorveglianza, personale...; 4) Se il progetto vincitore del 2015 fosse stato attuato, cittadini e visitatori potrebbero già ora fruire del giardino. Oggi invece si è ancora alla fase di pianificazione e si parla di un’ipotetica apertura nel lontano 2024. In undici anni il giardino verrebbe utilizzato solo 327 giorni; 5) Da vedere la gestione dei flussi di visitatori e i riflessi sulla viabilità locale, già a dura prova nei periodi di alta stagione turistica; 6) Abbiamo dubbi che la profonda modifica dei giardini in conseguenza del progetto di Heller sia compatibile con i criteri per la tutela dei giardini storici; 7) Palazzo Vescovile e Curia sono i principali beneficiari del progetto Heller. La Diocesi infatti risulta sollevata da tutte le preoccupazioni come la decontaminazione del terreno ad oggi inquinato da metalli pesanti e la progettazione-gestione del giardino; 8) La scelta del progetto Heller, sulla scia della crisi climatica, risulta azzardata e va nella direzione opposta; 9) In centro storico e nelle zone limitrofe, gli spazi verdi sono sempre più ridotti per via dell’espansione edilizia e del traffico urbano, un parco verde aperto al pubblico darebbe finalmente una boccata d’ossigeno alla città”.













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