«Giardino vescovile, serve un progetto per legarlo alla città» 

Un gruppo coinvolge i cittadini nel lavoro dell’artista Heller «L’intervento va calato nel contesto della nostra realtà»



BRESSANONE. Valorizzare e progettare il nuovo Giardino vescovile con la partecipazione dei cittadini, promuovere “la cooperazione attiva di tutta la popolazione interessata a favore di un vitale sviluppo del giardino”. Sono gli obiettivi del gruppo di lavoro cui ha dato vita brix.lab, che, lo dice il nome, vuol essere un laboratorio per pensare e realizzare la città futura. Il primo passo riguarda appunto lo storico giardino: brix.lab, con Enrico De Dominicis, chiede che nella di progettazione (se e quando ci sarà l’incarico ufficiale) l’artista austriaco André Heller ascolti i brissinesi che vorranno dire la loro.

De Dominicis, auspicate un incontro con Heller per approfondire temi, dite, “rimasti per strada”.

“Alla prima presentazione del suo lavoro sul giardino, a novembre, Heller non ha parlato, ad esempio, dell’atteggiamento concreto riguardante gli aspetti di tutela artistica, del legame con il rimanente ensemble che si estende fino al Giardino dei Signori e al complesso ecclesiastico, delle relazioni di tipo urbanistico con l’intera città. Non era quello il contesto per farlo, ma questi aspetti vanno considerati”.

Il Giardino vescovile va integrato nella città...

“Logico. Non è un corpo a sé. Ha una posizione centrale, una forza evocativa da rispettare e far dialogare con la città”.

Parlate anche di sostenibilità del progetto.

“Heller è un artista di rango, ha firmato progetti di successo anche per i flussi di visitatori registrati. Bressanone è una città non grande e ha bisogno per il Giardino vescovile di un progetto bello ed equilibrato, calato nel contesto di una realtà che non è metropolitana”.

Temete un’idea artistica calata dall’alto, fuori contesto?

“Conosciamo Heller e il suo concetto di giardino. Ci sono tutti i presupposti perché il suo progetto colga lo spirito del luogo e lo interpreti al meglio. Noi vogliamo esserci, per mediare affinché quei presupposti si realizzino”.

Molti brissinesi, lo ricordate, hanno esposto curiosità, proposte, manifestazioni di interesse verso il futuro Giardino.

“Il pensiero di molti è appunto questo: non diamo vita a un Giardino che non si sappia amalgamare con il resto di Bressanone”.

Heller sembra incoraggiare la dimensione partecipativa del progetto.

“Ha invitato tutti, anziani e giovani, ospiti e locali, più o meno acculturati a partecipare con energia e a “rimboccarsi le maniche” (parole sue) per far crescere in ognuno il sentimento di identificazione con il giardino, per farlo proprio. E anche il vescovo Ivo Muser ha sottolineato che il giardino deve essere aperto a tutti”.

Voi di brix.lab avete incontrato Heller?

“In maggio gli abbiamo dato una copia dell’opuscolo che abbiamo fatto per illustrare la nostra visione partecipativa dei progetti centrali per Bressanone, a partire da quello per il Giardino vescovile...

...e cosa ha detto?

“Ne ha preso nota con convinzione... Ripeto, il suo approccio al progetto è assolutamente interessante. Aspettiamo Heller alla prossima visita a Bressanone e aspettiamo l’assegnazione dell’incarico”.

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