Bressanone

«Il Festival di acqua e luce? Costi e impatto ambientale alti» 

Il documento firmato da cento residenti: hanno scritto al Comune criticando la rassegna in corso a Bressanone. «Trasforma il centro in un parco per eventi e viola i principi dell’ecologia su cui vuole sensibilizzare gli spettatori»


Fabio De Villa


BRESSANONE. Sono oltre cento i brissinesi che hanno firmato una petizione contro l’edizione in corso in città del Festival dell’Acqua e della Luce. Dopo le preoccupazioni segnalate dal direttore del Museo di Scienze naturali dell’Alto Adige David Gruber per il possibile “inquinamento luminoso” dovuto a una delle opere del festival e dopo la rimozione di un’installazione in centro composta da rifiuti criticati per il “cattivo odore”, dopo gli atti di vandalismo ai danni di un’installazione al lido, ora la petizione e le firme.

“La missione dell’evento - scrivono i cento e più residenti - è quella di diffondere una consapevolezza rispettosa della natura ed un uso sostenibile delle risorse idriche. Oltre alla missione artistico-ecologica, la cooperativa turistica mira soprattutto a rilanciare la stagione primaverile a Bressanone. Le installazioni luminose si prestano meglio di qualsiasi altro messaggio alla diffusione attraverso i social media ed al richiamo di una clientela internazionale.

Tuttavia, è proprio sulle debolezze croniche dello spazio abitativo di Bressanone e del suo ambiente che il festival fa luce. Vogliamo segnalare alcune aree problematiche che il festival involontariamente “illumina”. In primo luogo il centro storico trasformato da spazio abitativo a parco per eventi: vengono illuminati appartamenti in gran parte vuoti, abbandonati dai proprietari che hanno cercato una migliore qualità abitativa, ma anche in fuga dall’uso sempre più commercializzato del centro storico”.

E ancora: “Alcune installazioni del festival convincono per il loro livello artistico, altre consistono in spettacoli ad effetto. Ogni artista partecipante dovrebbe porsi la domanda: voglio sensibilizzare all’uso sostenibile delle risorse con un elevato consumo delle risorse stesse?”.

Infine eccoci al punto (“in parte ora risolto”, ammettono i firmatari) relativo all’ “inquinamento luminoso: il festival vuole scuotere la consapevolezza ecologica, ma viola di per sé i principi dell’ecologia. Mentre il presidente Kompatscher da tempo denuncia l’inquinamento luminoso e una nuova legge vieta dall’inizio del 2022 l’uso degli Skybeamers, durante il festival il cielo notturno di Bressanone è stato illuminato fino a pochi giorni fa. A scapito di uccelli e insetti disturbati dalla luce blu”.

Infine, le domande agli amministratori comunali: “Quanto è vivibile il centro storico di Bressanone e come può essere recuperato questo spazio abitativo? Quanto turismo possono tollerare città e cittadini? Cosa desidera quel sempre crescente numero di cittadini coscienti della problematica legata al cambiamento climatico: effetti di luce o atti concreti? Queste domande necessitano di chiare e credibili risposte, di un festival ridimensionato che pesi meno sulle casse pubbliche e che rispetti lo spazio collettivo”.













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