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«Il segreto in politica? Riuscire a trovare il pallone» 

L’intervista al sindaco di Verona. Tommasi: «Il Pd ha i suoi valori, a Bressanone un team motivato». «Vivo in squadra da una vita: ho sei figli e vengo da una famiglia in cui ero il terzo di cinque fratelli»


Massimiliano Bona


Bressanone. «Il segreto in politica? Riuscire a trovare il pallone»: Damiano Tommasi, sindaco di Verona (49 anni) con un passato da calciatore professionista (Verona, Roma ma anche 25 presenze in nazionale), ha conquistato con una battuta i brissinesi accorsi al Forum su invito del Pd.

Già ma qual è il significato della metafora legata al pallone?

Le individualità vanno in secondo piano e bisogna riuscire a stare un passo indietro al pallone.

Com’è riuscito a vincere a Verona, una città storicamente di centrodestra?

Con una campagna semplice, andando nei quartieri, tra la gente. Ascoltando.

Al team che l’ha supportata cosa ha detto?

Che pur avendo caratteristiche diverse indossavamo tutti la stessa maglia.

Lei, del resto, è abituato a stare in squadra...

Vero. Ho una splendida famiglia - con sei figli e una moglie, Chiara, che li segue bene assicurando loro grande qualità - ma vengo anche da una famiglia in cui ero il terzo di cinque fratelli.

Anche a Verona le famiglie sono però sempre meno numerose.

Vero, la media dei nuclei familiari è di 2 persone ma ci sono quartieri in cui scendiamo addirittura a 1,1. Ciò significa che ci sono tante persone sole. E su questo aspetto stiamo cercando di lavorare.

Cosa l’ha spinta a entrare in politica?

Sono stato a lungo a un passo dal farlo. Poi, una volta conclusa la mia esperienza da presidente dell’Associazione italiana calciatori, ho risposto alle sollecitazioni che venivano da più parti.

Che qualità servono oggi per convincere gli elettori?

La capacità di saper ascoltare chi si ha di fronte, l’utilizzo di parole e di un linguaggio veramente nuovi e la forza di non dover dare sempre risposte ma di fare, piuttosto, molte domande. La politica dovrebbe riuscire a ispirare le persone ma al momento non è più così.

Quanto ha inciso nella sua vita l’attività di sindacalista in ambito calcistico? È stata propedeutica all’ingresso in politica?

Sicuramente ha allenato la mia capacità di parlare per conto degli altri. Ho sviluppato il concetto di rappresentatività.

È cambiata Verona da quando fa il sindaco?

Di sicuro dal 2022, quando sono stato eletto, guardo la mia città con occhi diversi e mi sembra si inizi a vedere qualcosa di concreto. Abbiamo avviato cantieri fermi da anni: parlo del completamento dei lavori di Italia ’90 e della filovia, ad esempio.

Lei è il co-fondatore, con sua moglie, di una scuola paritaria dedicata a Don Milani. Come mai ha deciso di aprirla?

Abbiamo aperto un nido, con due amici, nel 2001. Poi siamo passati alla fascia 0-6 e quindi siamo arrivati alla scuola, attorno alla quale gravitano oltre 500 famiglie, che è giusto abbiano risposte adeguate anche in termini di servizi.

Il Pd oggi fa fatica. Perché?

A Bressanone è in salute perché c’è una squadra motivata. Al centro ci sono le persone e i valori che il Pd continuerà a portare avanti.

Rimpianti per la vita e gli agi di un calciatore professionista?

Ero più giovane e motivato da un sano entusiasmo sportivo. Oggi sono più maturo e contento per ciò che ho. Penso alla famiglia ma anche all’esperienza da sindaco.

 













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