Anziani

La casa di riposo chiude, paura e indignazione a Prati 

Val di Vizze. Masera (Cgil): «Decisione improvvisa, contiamo ci sia margine per discuterne Intanto siamo preoccupati per il futuro dei 38 assistiti e degli oltre 40 operatori specializzati»


Fausto Da Deppo


VAL DI VIZZE. Alla casa di riposo “Schloss Moos - Castel Palù”, a Prati nel Comune di Val di Vizze, il futuro professionale dei circa quaranta operatori e il futuro a livello di assistenza per i 38 ospiti sembrano dover essere in qualche modo riprogrammati, dopo l’annuncio della chiusura della struttura. “Si tratta di una decisione unilaterale”, scrive la Cgil/Agb in un comunicato in cui si dice “indignata per il licenziamento collettivo di oltre 40 operatori della Schloss Moos”. Una decisione, continua il comunicato, “a cui forse si sarebbe potuto porre rimedio con una discussione più ampia coinvolgendo Comuni, assessorato e sindacati”.

Ai sindacati, non è arrivata una “comunicazione ufficiale” e, con le parole della segretaria generale Cristina Masera, la Cgil dell’Alto Adige conta che “lo spiraglio per una trattativa sia ancora aperto” e “ritiene indispensabile un incontro con la onlus San Vincenzo (che gestisce la Schloss Moos, ndr), l’assessora provinciale Waltraud Deeg e i sindacati di categoria per discutere la salvaguardia di posti di lavoro altamente specializzati e con un’esperienza pluriennale”.

“Il sindacato dei pensionati - aggiunge il comunicato della Cgil - ritiene a sua volta che la chiusura di una casa di riposo che ha sempre funzionato bene da decine di anni debba essere solo l’estrema ratio. Lo Spi/Cgil è estremamente preoccupato per gli ospiti della struttura e per le loro famiglie, non essendoci al momento ipotesi alternative e vista la carenza di case di riposo nella zona”.

“È stata spedita una lettera ai familiari degli ospiti - riprende Masera - e ai lavoratori è stata annunciata la chiusura. Non è stata aperta una procedura di licenziamento collettivo, che chiaramente richiederebbe i suoi tempi. Sapevamo tutti che il complesso a Prati ha bisogno di una ristrutturazione e si pensava che potesse avvenire con gli ospiti temporaneamente alloggiati altrove, come succede a Mareta per gli assistiti della casa di riposo comprensoriale di Vipiteno”.

Ora la situazione è cambiata e preoccupa i sindacati “per la sorte dei lavoratori e degli assistiti, per la mancanza in entrambi i casi di alternative sul tavolo. Alternative - precisa Masera - che potevano e potrebbero ancora essere indicate. Ad esempio, anche i piani per la residenza a Prati rientrano nella costruzione/ ristrutturazione della casa comprensoriale dell’Alta Val d’Isarco? Oppure, può essere usata per gli anziani la struttura a Colle Isarco impiegata nei mesi scorsi per i pazienti Covid? Soluzioni potrebbero essercene, ma, forse per un problema di comunicazione, non ci sono ancora state indicate e, a questo punto -afferma la segretaria Cgil -è il minimo che siamo preoccupati per i 38 ospiti e gli oltre 40 operatori di un servizio pubblico importante e attivo sul territorio da decenni, un servizio valido e apprezzato per il quale tutta la valle è pronta a mobilitarsi”. La Cgil chiede un confronto con la fondazione bolzanina San Vincenzo e vuole coinvolgere l’assessora provinciale Waltraud Deeg.













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