La giunta: a breve una via dedicata a Mayr Nusser 

Accolta la mozione del consigliere Bova: bisognerà attendere un nuovo quartiere Tra i tanti nomi già introdotti i meno noti Bruno, Castiglioni, Volgger e Havlicek


di Luca Masiello


BRESSANONE. Bressanone è ancora lontana dall’essere una metropoli, ma presto il dedalo di strade aumenterà: basti pensare a come era Rosslauf non meno di trent’anni fa o la zona del Landwirt, quando chi aveva avuto la fortuna di comprare casa su quella collina poteva ancora godersi un panorama non contaminato da tetti. E con la crescita delle strade si renderanno necessarie anche nuove denominazioni, vie che verranno intitolate a personaggi o istituzioni importanti per la città. «Per ora siamo certi che a breve una strada verrà intitolata a Mayr Nusser, così come proposto dal consigliere Antonio Bova – spiega li vicesindaco Claudio Del Piero – ma non abbiamo ancora in progetto nuove intitolazioni». L’ultima novità, in questo senso, risale a sei anni fa, quando comparsero nuovi cartelli nel fondovalle, e in molti si devono ancora abituare (via Havlicek non è ancora stata “metabolizzata” da chi ci vive ).

Ciò che è curioso è che Bressanone è costellata di riferimenti a persone importanti delle quali non tutti ne sanno molto. Dante, Mozart e Verdi sono nomi noti a tutti, ma chi erano Bruno, Castiglioni, Volgger e Havlicek? La parte del leone in centro storico la fanno i vescovi che un tempo regnavano in città. Come nel caso del vescovo Bruno von Kirchberg (1250 - 1288), al quale è intitolato quel vicolo che dalla colonna millenaria porta a via Hartwig (altro vescovo). A Bruno piaceva costruire: fondò la città di Brunico e poi si trasferì a Bressanone, dove fece edificare il palazzo vescovile. Gli piaceva costruire, ma anche demolire: distrusse il castello dei Voitsberg, “rei” di essere diventati un po’ troppo potenti ed indipendenti, poi espropriò l’area dove sorgeva la residenza dei Signori di Rodengo (quel palazzo all’incrocio fra via Bruno e via Hartwig) e lo donò al convento di Novacella. I proprietari non si dimostrarono felici e manifestarono il loro dissenso. Lui, come risposta, demolì il loro palazzo e vi costruì una latrina pubblica.

Ma in città le vie non sono solo legate alla religione: delle sue strade sono intitolate ad eroi che combatterono contro la follia nazifascista. È il caso di Hans Egarter, al quale è stato dedicato un vicolo nella zona di via Dante: partigiano e giornalista del Dolomiten, fu tra i maggiori oppositori alle “opzioni”. Tra i fondatori della Svp, diede vita alla “Andreas-Hofer-Bund” assieme a Alois Pupp, Josef Mayr-Nusser, Erich Amonn e Friedl Volgger. Anche a Volgger Bressanone ha dedicato una strada, quella alla fine di via San Giuseppe: reduce da Dachau, il giornalista fu al fianco del ministro Karl Gruber durante la stipula dell'accordo di Parigi 1946, e nel 1978 assieme a Giancarlo Bertagnolli, fondò l'associazione "La Strada ".

La piazzetta dell’università, poi, è intitolata ai fratelli Scholl, i giovani studenti del gruppo di resistenza tedesco la “Rosa Bianca”, che vennero decapitati dalle camicie brune perché avevano scritto e distribuito sei volantini antinazisti. Le storie legate alle vie di Bressanone ed ai suoi personaggi sono tante, ed è difficile tralasciare personaggi quali il compositore milanese Niccolò Castiglioni, scomparso nel 1996, ed innamorato di Bressanone, tanto che donò il suo pianoforte alla Corale san Michele, o Karel Havlícek, scrittore ceco che nella metà dell’800 contrastò la Russia e poi venne esiliato a Bressanone. Un universo da scoprire, così come angolo di questa città in cui la storia si può respirare a pieni polmoni.

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