Leitner: «Schenoni, due profughi su tre hanno un lavoro» 

Sono sessanta gli ospiti alloggiati nell’ex caserma «Diffidenza superata e tanti progetti di coinvolgimento»


di Tiziana Campagnoli


BRESSANONE. L’assessore comunale Monika Leitner, tra le sue competenze, ha anche quelle relative all’integrazione e alla migrazione. Due settori importanti, soprattutto in questo momento storico, che nel corso degli ultimi mesi l’hanno vista impegnata a gestire l’arrivo di 60 migranti nell’ex caserma Schenoni. Una gestione non semplice che però fino ad oggi è riuscita a portare avanti senza grossi problemi.

Quanti migranti ci sono oggi a Bressanone?

«Dallo scorso novembre ad oggi i migranti ospitati nell’ex caserma Schenoni a Milland sono 60. Ci sono dei ricambi. Dei gruppi vanno altrove, altri ne arrivano, ma il numero resta lo stesso e il contingente assegnato a Bressanone è esaurito”.

A quanti migranti sono già stati trovati dei lavoretti e dove?

«La cooperativa sociale EOS-Spes che dirige la struttura, sta facendo un buon lavoro. Nel mese di giugno sono stati 40 gli ospiti della Schenoni con un rapporto di lavoro attivo. Di questi, 35 svolgono un’attività retribuita presso aziende private come alberghi, aziende agricole, o cooperative sociali, mentre gli altri 5 sono stati impiegati su base volontaria presso il Comune o altri servizi pubblici. Fino a prima dell’estate, i lavoratori volontari erano ancora 14 distribuiti tra la casa di riposo, l’amministrazione comunale, il centro sociale Seeburg, i servizi sociali, mense e scuole. Tutti e 60 gli ospiti della Schenoni hanno comunque frequentato nel frattempo un corso di sicurezza sul lavoro».

Come sono stati accolti dalla popolazione brissinese? Le sono arrivate proteste?

«La popolazione, in particolare i residenti attorno alla caserma, aveva accolto la notizia dell’arrivo dei migranti con un certo “mal di pancia”. Nel frattempo però molte paure sono state superate. Riguardo alle proteste, devo dire che per ora non ci sono state grandi lamentele. Alcuni genitori hanno denunciato il fatto che i propri figli non andassero più a giocare nel vicino parco giochi perché impauriti dalla presenza dei migranti che giocavano a calcio. Ma problemi veri non ci sono stati».

E l’integrazione c'è stata?

«Esistono diverse associazioni e progetti che vedono il coinvolgimento attivo dei migranti con l’obiettivo di farli partecipare alla vita della comunità locale. Lo scorso inverno, per esempio, era stato avviato il progetto “pronto intervento neve” in cooperazione con il servizio di sgombero strade del Comune. In quell’occasione, assieme all’ASV Millan era stato ripulito tutto il campo da calcio. Di recente hanno smontato i palloni del tennis e assieme alla scuola Waldorf è stato pensato un progetto scolastico per l’abbellimento della caserma. Il gruppo Dekadenz invita regolarmente i migranti ad andare a teatro, hanno dato una mano in occasione del Festival di Acqua e Luce e per la giornata internazionale dedicata alla donna hanno confezionato 12.000 sacchettini contenenti semi di fiori che poi sono stati distribuiti nei negozi e nei bar aderenti all’iniziativa. La migliore integrazione è il lavoro. In questo modo i migranti hanno la possibilità di imparare la lingua ed entrare in contatto con la popolazione locale, conoscere gli usi e i costumi, nonché le regole che per noi sono importanti. Un altro esempio di integrazione riuscita è quella del ragazzo che si è guadagnato un posto nella squadra di calcio dell’ASV Millan».

Fino ad oggi ci sono mai stati problemi di sicurezza e di ordine pubblico legati ai migranti?

«Sia l’amministrazione comunale che la cooperativa sociale EOS-Spes, collaborano in maniera ottimale con le forze dell’ordine che garantiscono una presenza costante e numerosa. Di tanto in tanto si verificano piccoli conflitti all’interno dell’areale ma grazie al pronto intervento delle forze dell’ordine finora sono sempre stati arginati nell’immediato. Uno dei maggiori ostacoli risiede del continuo ricambio dei migranti, gli uni si spostano per nuove destinazioni, gli altri arrivano. L’augurio è che la situazione continui a rimanere tranquilla visto che non abbiamo alcun potere d’intervento sulle assegnazioni»

Come si comportano nei luoghi dove sono ospitati? Rispettano le regole?

«La coop EOS-Spes dà molta importanza al rispetto delle regole e alla pulizia all’interno della struttura. Non tutti conoscono abitudini quotidiane come cambiare le lenzuola, fare la differenziata o lavare correttamente stoviglie e piatti, per cui è necessario fare un grande lavoro educativo, possibile solo se dall’altra parte c’è la volontà di apprendere. A settembre ci saranno le porte aperte; la popolazione e gli interessati potranno farsi un’idea di come si vive e cosa si fa all’interno della Schenoni e questa sarà un’importante occasione di incontro».















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