Parcheggio all’Acquarena tra buche e segnali sbiaditi 

Le sbarre che sostituiscono i parcometri devono ancora entrare in funzione In attesa dei lavori, anche i percorsi pedonali scarseggiano fra le auto in sosta


di Luca Masiello


BRESSANONE. Qualcuno faceva il furbetto, parcheggiava la macchina in quel piazzalone davanti all’Acquarena e andava a fare la spesa senza pagare il biglietto; tanto, per essere beccati ci vuole una bella dose di sfortuna, visto che le auto sono tantissime e i vigili non possono certo controllarle tutte in poco tempo. Così ci hanno messo le sbarre, che ancora non funzionano, ma quando il problema tecnico si risolverà nessuno potrà più scappare: al parcheggio Priel si paga, sennò si resta chiusi dentro; ci sarà anche solo un’entrata e un’uscita, tanto che nei giorni scorsi hanno anche sistemato delle fioriere su quel passaggio che porta in via Mercato Vecchio.

Giusto, equo: se vuoi usare il parcheggio più vicino alla piazza Duomo di tutto il fondovalle si deve rispettare la regola e sganciare i soldini; costa più che in centro a Milano (dove i prezzi variano dall’euro all’1,40), ma meno che nella più vicina Bolzano (al parcheggio Walther un’ora costa 2,60 euro). E d’altronde quei soldi che finiscono nelle macchinette servono per la manutenzione del parcheggio, quindi per il bene di tutta la collettività.

Giusto? No, sbagliato. Almeno per quanto riguarda il lato pratico della questione.

Perché il parcheggio Priel versa in condizioni davvero pietose: il manto stradale è ricoperto di buche, asfalto che si sgretola, crepe che si aprono sotto i piedi che quando piove si trasformano in anticamere della piscina; se si è alla guida di una coupé, o se comunque non si viaggia su un fuoristrada è un continuo slalom per evitare di sfasciare le sospensioni: fatto che oltretutto potrebbe creare una bella emorragia di denaro nelle casse comunali, nel caso qualcuno dovesse fare causa per farsi risarcire. Per non parlare poi della segnaletica orizzontale: le strisce blu si vedono, non sono nuovissime, ma si notano; ma le frecce che indicano la direzione da prendere per districarsi all’interno del parcheggio quasi non si vedono, tanto che soprattutto nelle giornate di grande affollamento, si incrociano macchine procedere “contromano” e bloccare il flusso della ricerca del posto. Per non parlare degli spazi riservati ai pedoni, pressoché inesistenti: un paio di new jersey bianchi e rossi che costeggiano l’ingresso all’Acquarena (esattamente dove si forma la maggior parte delle pozzanghere), e sul lato opposto niente, dalla caserma della polizia locale fino alla fine del parcheggio si cammina fra le autovetture. Certo, le ultime avversità atmosferiche possono aver danneggiato l’asfalto, ma l’impressione è che siano anni che il parcheggio non viene debitamente curato, basta guardare quei vecchi rattoppi che si scorgono qua e là. Certo, è anche vero che presto quel piazzale si trasformerà radicalmente, diverrà un centro per la cultura con la scuola musica, sorgerà del verde, un nuovo ponte, tanti altri bellissimi arredi. Ma nel frattempo parcheggiare al Priel ricorda i tempi in cui – prima della costruzione del Forum – si andava a cercare posto sullo sterrato dietro alla ex Gil.

Solo che lì almeno era gratis.

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