Scivola cercando funghi e muore 

La tragedia. Virgilio De Togni, 46 anni, si era inoltrato nei boschi verso Luson e non è arrivato all’incontro fissato con un amico all’hotel Majestic  Dopo una non facile ricerca è stato ritrovato senza vita dai soccorritori. Faceva il cuoco e a Bressanone era amato per la simpatia e la generosità


Luca Masiello


Bressanone. La notizia si è sparsa come un fulmine, improvvisa come un temporale estivo, rapida e pungente. E ha lasciato la comunità di Bressanone attonita, spaventata, quasi, da una morte per certi versi assurda, come se potesse avere mai un senso la scomparsa di una persona a causa di un incidente.

Perché Virgilio De Togni, 47 anni da compiere in settembre, lo conoscevano tutti a Bressanone. Era un compagnone, uno di quei brissinesi che si riconoscono subito e che tutti salutano. Non era certo un mondano, ma Virgilio lo conoscevano tutti. Sarà per la sua stazza, sarà perché era capace di strappare un sorriso anche al più musone, sarà perché era una di quelle persone che davano l’impressione – giusta – che in caso di bisogno si sarebbe fatta in quattro per aiutare il prossimo.

Era andato in quei boschi che conosceva bene, quelli verso Luson, per cercare funghi. Ma il destino, evidentemente, era in agguato. Forse è bastato un piede in fallo, una caduta rovinosa e la fiamma che lo teneva in vita si è spenta. È stato il suo compagno di escursione a lanciare l’allarme, mercoledì mattina, dopo che Virgilio non si era presentato all’orario stabilito di fronte all’hotel pizzeria “Majestic”. I volontari del soccorso alpino fra i boschi e l’elisoccorso dall’alto hanno setacciato la zona, e non è stato facile trovare il suo corpo, provato mortalmente dalle ferite riportate.

Virgilio non ha avuto una vita esattamente facile, certo non agiata e sicuramente non monotona. Cresciuto in una famiglia numerosa e affezionato alla sua nonna, che lo aveva coccolato e curato fino all’ultimo giorno della sua vita terrena, aveva ereditato questo nome importante, inusuale anche fra la comunità italiana.

Chi ha passato gli Anta se lo ricorda in particolare dai tempi delle medie, quando da un’estate all’altra si era trasformato da scricciolino a omone: era il più alto e il più grosso di tutti, una sorta di gigante buono, di quelli che era meglio non farlo arrabbiare o toccare i suoi amici.

Entrò prestissimo nel mondo del lavoro, iniziando come idraulico e poi passando ad altre mansioni nell’artigianato, finché non trovò il suo posto, quello che lo appassionava di più, il mestiere che lo avrebbe accompagnato per il resto dei suoi giorni: il cuoco.

Dalla mensa del Commissariato di polizia al ristorante della piscina di Velturno, Virgilio De Togni si era messo in luce per la sua simpatia, la sua spontaneità e quel suo modo un po’ caciarone di raccontare storie che sembravano sempre in bilico fra la realtà e la fantasia. Ma non importava a nessuno: era simpatico anche per questo. Deve essere stata la sua passione per il cibo a portarlo nei boschi, la scorsa mattina; forse pregustava un buon piatto da cucinare assieme alla sua amata Gianna, chissà.

Virgilio se n’è andato, ma il suo sorriso resterà perché – citando quasi doverosamente il sommo Dante – questo Virgilio brissinese raggiungerà “l’Amor che move il sole e l’altre stelle”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Altre notizie

Attualità