La storia

Suor Gudron: tempi maturi per il sacerdozio femminile 

La 35enne, originaria di Anterselva, è entrata in convento per un corso di informatica: «Ho scoperto che questa vita mi piaceva e poi il resto è venuto da sé, passo per passo»


Anselmo Niglio


BRESSANONE. Gioia e commozione, lo scorso fine settimana, per la consacrazione ai voti perpetui nella «Casa Madre» di Bressanone delle Suore Terziarie di San Francesco, di suor Gudron Leitgeb, 35 anni, originaria di Anterselva. Dopo gli studi universitari in interpretariato e traduzione ad Innsbruck, e un corso d’informatica con pernottamento nel Convento brissinese in centro città, avvicinatasi «ad uno stile di vita nuovo» – in un percorso lungo 11 anni – decide di prendere i voti e dedicare l’intera esistenza al prossimo, alla comunità religiosa ed alla Chiesa.

Suor Gudron, quali sono stati i momenti più importanti della sua vocazione?

È nata, come tutte le cose belle, un po’ per caso. Seguendo un corso a Bressanone, e avendo la necessità di pernottare in città, ho trovato ospitalità dalle Suore Terziarie e dal 2011 ho iniziato a conoscere la loro quotidianità: fatta di cose semplici, preghiera, lavoro e vita comunitaria. Al termine degli studi, ho deciso di fermarmi qui in Convento ancora per qualche tempo e cercare un lavoro. Da subito sono diventata parte integrante della congregazione. Era come entrare in uno stile di vita nuovo, diverso dalla routine che conoscevo. Poi ho sentito che la scelta di restare, non era accaduta per caso, e nel marzo 2013 ho deciso di vivere ufficialmente in Convento e – iniziato il noviziato, indossato il velo e l’abito da suora – a gennaio 2016 ho fatto i primi voti durati cinque anni, che mi hanno portato sabato scorso a prendere i voti perpetui.

Cosa ha pensato inizialmente la sua famiglia di una scelta così radicale?

All’inizio non sapevano cosa dire. Anche se in famiglia abbiamo una suora, la zia di mia mamma, mai avrebbero pensato che potessi imboccare una strada come questa, ma come si dice (sorridendo): le vie del Signore sono infinite…Poi hanno cercato di capire il motivo, il perché. Prima i miei genitori e poi mia sorella – siamo coetanee, ha 33 anni – hanno avuto qualche difficoltà a comprendere una motivazione davvero profonda. Ora rappresentano la parte critica della mia vita, sempre onesti e vigili, in senso positivo, si intende.

Quali sono state le ragioni che l’hanno portata ai voti perpetui?

È stata una conseguenza logica delle mie azioni. Ho vissuto dal 2012 in Convento e credo che sia lo stile di vita più adeguato a rappresentare tutto ciò che sono, tutto ciò in cui credo: talenti, valori, il senso di comunità. In Casa siamo 41 sorelle, non è sempre facile la convivenza, però l’organizzazione della giornata «il ritmo» sono elementi essenziali per la mia serenità e il mio equilibrio interiore. Per aiutare gli altri, bisogna prima d’ogni altra cosa, essere felici e stare bene con se stessi.

Ha mai avuto dubbi, ripensamenti a riguardo?

Ci sono stati momenti di profonda incertezza. La riflessione e il dubbio sono tratti tipici del mio carattere. Mi considero una persona che ha sempre qualche dubbio. La vita comunitaria qualche volta è difficile, ma la gioia che ne consegue è inestimabile.

Come si svolge la sua vita quotidiana?

Lo scorso anno, ho lavorato a scuola e al convitto dell’istituto del Sacro Cuore a Rio di Pusteria, insegnavo inglese, occupandomi principalmente dei ragazzi con delle difficoltà. Ho sempre cercato di rientrare in Convento per la preghiera delle 17.30, i Vespri, ed esser presente alla Messa mattutina delle 6.30. La combinazione tra lavoro e preghiera è la chiave della vita religiosa. La vocazione per me è un sentimento d’amore, difficile da spiegare. È la sensazione di essere nel posto giusto al momento giusto e… di star facendo la cosa giusta. Aver la possibilità di coltivare la propria interiorità. Ricercare qualcosa che va al di là dei bisogni immediati: dei soldi, del lavoro, dei beni materiali.

Quali sono i sogni e le speranze di una giovane suora?

Spero di avere coraggio. Il coraggio e la forza di affrontare con fiducia il futuro, negli ultimi dieci anni ho visto così tanti cambiamenti dentro e fuori di me. Un auspicio riguarda il sacerdozio femminile: credo che i tempi siano giunti, sarebbe una conquista davvero importante per la Chiesa.

E proprio come Gudron sono centinaia le fedeli altoatesine ad auspicare che anche le donne possano dire la Messa e avere un ruolo sempre più importante nella Chiesa altoatesina. Questo auspicio era emerso con chiarezza anche qualche anno fa in occasione del Sinodo.













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