«Un museo che coinvolge e un giardino accogliente» 

Dal 1° gennaio Peter Schwienbacher succederà a Johann Kronbichler: «Attirare di più la gente con l’arte e con i progetti per la grande area verde»


di Fausto Da Deppo


BRESSANONE. Un museo sempre più coinvolgente e popolare in un’area, quella che comprende il Giardino vescovile, interessata da stimolanti progetti e discussioni che ne stanno disegnando il futuro. Peter Schwienbacher sarà dal 1° gennaio il nuovo direttore del Museo diocesano di Bressanone, succedendo a Johann Kronbichler, in procinto di andare in pensione. Schwienbacher, che è e resterà responsabile diocesano per l’arte sacra e la tutela dei beni culturali, ha già preso contatto con il prossimo incarico e ha definito le linee guida del suo mandato.

“A dicembre - spiega - con Kronbichler abbiamo fissato un percorso più approfondito nella realtà del museo, che è l’unico museo diocesano in provincia e che ha un’importanza evidente, a livello storico come residenza vescovile e a livello di patrimonio artistico con le collezioni di arte medievale, rinascimentale e barocca, il Tesoro del duomo...”.

Un museo importante e anche conosciuto e frequentato?

“Vivo a Bressanone da tre anni e devo dire che l’impressione è che i brissinesi conoscano il cortile, grazie a una serie di eventi e manifestazioni che vi vengono organizzati, più delle sale espositive”.

Si può migliorare la tendenza?

“Si può fare molto. Io ho preso contatti, ad esempio, con lo staff del Museo diocesano di Trento, dove sono state promosse iniziative per i bambini e con le scuole e anche progetti di collaborazione e integrazione degli ospiti extracomunitari. In genere, sono necessarie attività per coinvolgere sempre di più residenti e turisti”.

Il museo, poi, va visto nella più ampia area che comprende il giardino, al centro di progetti, dibattiti, anche di polemiche...

“L’areale è comune, la gestione del giardino vescovile certo non rientra negli ambiti del museo. È chiaro che sono contento, da futuro direttore del museo, che si faccia qualcosa per il giardino: un giardino ancora più attrattivo è una garanzia di maggiori flussi potenziali di visitatori al museo”.

Ma lei che ne pensa del progetto Heller per il giardino?

“Il progetto lo conosco, ho partecipato agli incontri pubblici di presentazione e illustrazione, ma non ne so obiettivamente abbastanza per giudicarlo. Heller ha promesso di collaborare con artisti e istituzioni locali e spero che il risultato sia un giardino bello e soprattutto con qualcosa di tipico della zona, un giardino caratterizzato dal luogo e dalla storia di questo luogo, non un giardino che potrebbe essere inserito ovunque, in qualunque contesto . Palazzo e giardino sono simboli della città, i brissinesi vi si riconoscono. Discussioni? Io dico: benvenute le discussioni se servono ad arrivare a un progetto condiviso e ottimale”.













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