Val d’Isarco, 250 milioni per il futuro della rete elettrica 

Il maxi investimento di Terna. Pronto il piano di riassetto dell’alta tensione: consentirà la connessione al tunnel  di base del Brennero e l’alimentazione della nuova linea. Demoliti 260 chilometri di elettrodotti e 900 vecchi tralicci



Bressanone. La giunta provinciale ha approvato nella sua ultima seduta il Piano di riassetto della rete elettrica in Val d’Isarco per la connessione al tracciato del Tunnel di base del Brennero. In una conferenza stampa trasmessa ieri sui consueti canali social il presidente Arno Kompatscher, il suo vice Giuliano Vettorato assieme a Walter Baumgartner, presidente della comunità comprensoriale della Val d’Isarco, Andreas Schatzer, presidente del Consorzio dei Comuni e Peter Brunner, sindaco di Bressanone, hanno spiegato le coordinate del progetto di interramento del tracciato elettrico della Val d'Isarco attraverso un processo partecipativo iniziato nel luglio di quest'anno che ha visto coinvolti i Comuni e oltre 500 cittadini interessati.

Importante il risparmio energetico derivante dalla realizzazione di quest’opera oltre alla diminuzione dell'inquinamento magnetico. Infatti, nei prossimi anni verranno posate nel sottosuolo nuove infrastrutture per l’alimentazione della linea ferroviaria in Val d’Isarco con un intervento che permetterà un'ampia razionalizzazione delle linee elettriche grazie alla demolizione di circa 260 chilometri di elettrodotti e oltre 900 vecchi tralicci a tutto guadagno del panorama della valle.

L’accordo.

Il Piano è frutto di un protocollo d'intesa sottoscritto congiuntamente nel giugno del 2018 da Rfi, Provincia di Bolzano e da Terna la quale si farà carico del finanziamento dei costi del progetto stimati in circa 250 milioni di euro, mentre in capo alla Provincia andranno gli oneri di smantellamento dei vecchi tralicci. Il protocollo d'intesa approvato nel 2018 si poneva come obiettivo il soddisfacimento delle necessità di alimentazione elettrica della nuova infrastruttura ferroviaria in modo efficiente, oltre a garantire le potenzialità per lo scambio energetico internazionale nell’ambito dell’unione energetica europea. Inoltre, in sede di definizione del protocollo erano stati stilati anche una serie di criteri operativi a garanzia della sicurezza di approvvigionamento per i residenti e per l’economia locale, ma anche per assicurare l’immissione nella nuova rete dell’energia prodotta da fonti rinnovabili locali, oltre alla garanzia del rispetto delle esigenze del territorio, della popolazione locale e dell’ambiente. Ad esempio, evitare che la nuova rete sorgesse in prossimità di abitazioni o aree oggetto di tutela.

Il processo partecipativo.

Per realizzare tutti questi obiettivi, Terna ha avviato un tavolo tecnico coordinato dalla Provincia con il quale è stato definito un processo di confronto e concertazione con i territori della Val d’Isarco interessati dal piano di riassetto delle linee elettriche dell’alta tensione esistenti. Processo partecipativo culminato con una serie di incontri con i cittadini interessati dal progetto dai quali sono state raccolte oltre 200 osservazioni relative a soluzioni progettuali. L’assessore all’ambiente e all’energia Giuliano Vettorato ha spiegato come «il primo passaggio fondamentale era proprio questo, ovvero costruire un tracciato più moderno ed efficiente ma solo attraverso un ampio lavoro di condivisione fra i sette comuni interessati dal progetto».

Nel corso di un progetto di partecipazione durato quasi due anni e svoltosi in più fasi, Terna ha quindi analizzato le osservazioni ricevute dai cittadini e dalle amministrazioni locali ottimizzando la fascia di fattibilità del piano di riassetto, recependo gran parte delle richieste, delle amministrazioni ma anche dei singoli. È il caso di una variazione al tracciato seguito dalla nuova linea elettrica suggerita proprio da un cittadino di Chiusa ed accolta da Terna.

Il significato dell’opera.

«Il protocollo di questo progetto di importanza secolare per la nostra provincia e unico nel suo genere in Italia trae la propria origine da una richiesta di connessione elettrica fatta a Terna da parte di Rfi/Bbt per l’alimentazione elettrica della linea ferroviaria ad Alta Velocita nell’Alta Val di Isarco. Invece, dopo questo processo partecipativo si è arrivati ad un'opera dalla quale trarranno vantaggio anche i cittadini e i territori», ha spiegato il presidente Kompatscher. J.M.















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