IL CASO

Caffè "proibito" per i vertici dell'Asl

Lo scatto, riferito ad una settimana fa, ha fatto il giro sulle chat di whatsapp



BOLZANO. Caffè “proibito” per i vertici Asl immortalati la scorsa settimana da uno scatto rubato che ha fatto il giro di whatsapp con tanto di mascherina al collo. L’immagine, molto chiara, la vedete a lato. Il bar è quello di via Cassa di Risparmio dove si trova la sede della direzione dell’Azienda sanitaria. In foto c’è il direttore generale Florian Zerzer, il direttore sanitario Pierpaolo Bertoli e (di schiena) la direttrice tecnico assistenziale Marianne Siller. Tutti impegnati in una pausa caffè che, secondo la penultima ordinanza (il fatto, ripetiamo, si è verificato prima dell’ultima ordinanza di domenica), avrebbe dovuto vederli impegnati nel sorseggio lontano dal bar. Ma così non è.

Pronta la replica dell’Azienda che fa chiarezza: «La foto è stata scattata la settimana scorsa. I direttori avevano ordinato il cappuccino ed erano in attesa delle brioches che tardavano ad arrivare perchè nel fornetto in attesa di essere scongelate. Se c’è stato qualche sorseggio, con mascherina abbassata, è accaduto solo in attesa della pastina». Un peccato veniale che avrebbe potuto comportare una diffida delle forze dell’ordine visto che- la penultima ordinanza - vietava di bere davanti al bar. Si poteva acquistare e portar via.

Il caffè “proibito” dell’Asl solleva un’altra questione, sulla quale la Provincia dovrebbe fare chiarezza. E questo perchè il punto 12 dell’ ordinanza - firmata domenica del presidente Arno Kompatscher - vieta il consumo su area pubblica. E qui sta il paradosso: gli esercenti sono autorizzati a vendere caffè cappuccino e quant'altro ma in strada il cittadino non li può consumare. Per assurdo non potrebbe mangiare per strada il panino comprato al supermercato visto che il punto 12 alla voce “Ristorazione e Alberghi” recita testuale: “è vietata la consumazione di pasti e bevande negli spazi pubblici all’aperto”. Che fare?













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