GIUSTIZIA

Fallimento Agrimport, le motivazioni alla condanna di Avolio

Il testimone: «Era lui la mente»



BOLZANO. «Giuseppe Avolio, secondo quanto testimoniato dal funzionario di banca alla quale l'avvocato si era rivolto per chiedere un prestito, era la mente dell'intera operazione che sarebbe consistita sia nell'ottenimento in esclusiva di prodotti fitoregolatori sia, non essendo egli esperto della materia e non avendo contatti con le cooperative agricole, nel coinvolgere Matteo Sordi, ex responsabile acquisti della Agrimport». È questo uno dei passaggi chiave delle motivazioni - depositate oggi - della sentenza di condanna a carico dell'avvocato meranese Giuseppe Avolio. In luglio, il tribunale di Bolzano aveva condannato Avolio a tre anni di reclusione per concorso in bancarotta fraudolenta nel processo per il fallimento della Agrimport.

Stessa condanna per Matteo Sordi, ex dipendente Agrimport, poi entrato in società con Avolio stesso, costituendo la Orius che aveva rilevato dall'azienda di provenienza 58 marchi di prodotti fitoterapici specializzati e dieci registrazioni di prodotti chimici per l'agricoltura, ad un prezzo che, secondo l'accusa, era molto al di sotto del reale valore. I giudici non sono entrati nel merito della disputa sul valore dei marchi, ma hanno riconosciuto che la loro vendita rappresentò una distrazione di beni penalmente rilevante. 













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