incidente

Folgorato nel cantiere della sua casa, 39enne morto in val di Non

Un problema elettrico avrebbe messo in tensione la rete di protezione gru. Indagano i carabinieri. La Filca Cisl: "Fermare la scia di sangue nei cantieri" (foto tgrRai)



TRENTO. Non ce l'ha fatta il 39enne colpito da una scarica elettrica mentre lavorava nel cantiere della sua casa a Revò, in val di Non. La vittima è Stefano Arnoldo, di Cles, padre di tre figli e vigile del fuoco volontario.

L'incidente si è verificato verso le 15. La vittima era nella sua casa in costruzione in compagnia del cognato, impegnati in alcuni lavori edili. Entrambi sono stati colpiti dalla scossa potentissima.

Pare che la scarica sia stata dovuta ad un problema elettrico che ha messo in tensione la rete di protezione della gru operativa sul cantiere, che è stato messo sotto sequestro.

Il 39enne è stato soccorso e trasportato d’urgenza in elicottero all’ospedale S.Chiara di Trento dove è morto qualche ora dopo.

Informata la Procura di Trento, dei rilievi e della ricostruzione dell'accaduto si occupano i carabinieri e gli ispettori dell'Uopsal.

 "Il nuovo, gravissimo incidente in un cantiere in Trentino non ci può lasciare indifferenti. Le istituzioni devono impegnarsi per potenziare i controlli nel settore edile, mentre appare non più rinviabile la costituzione degli Rlst, i responsabili dei lavoratori per la sicurezza territoriale". Lo dichiara in una nota Ottavio De Luca, reggente della Filca Cisl del Trentino e segretario nazionale della categoria. "L'incidente odierno a Revò - prosegue la nota - a distanza di soli quattro giorni da un altro infortunio in un cantiere a Cristo Re di Trento, è un fatto gravissimo. Bisogna fermare questa inaccettabile scia di sangue nei cantieri, è una questione di dignità e giustizia sociale. Tra l'altro non dimentichiamo che una circolare dell'Inps prevede il ricorso alla cassa integrazione quando la temperatura supera i 35 gradi, anche solo percepiti, e non c'è la possibilità di operare in luoghi protetti dal sole", conclude Ottavio De Luca. 













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