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Gestione dei lupi, si discute il ddl della Svp: consente il prelievo di esemplari problematici

Iniziato l'esame di un ddl della Svp che ha l'obiettivo di definire le aree di pascolo protette e regolare il prelievo di lupi. La proposta stabilisce le condizioni per l'adozione delle misure da parte del presidente della Provincia



BOLZANO. Dopo aver discusso e bocciato una serie di mozioni presentate dalle opposizioni, il consiglio provinciale di Bolzano ha iniziato l'esame di un disegno di legge della Svp (primo firmatario Josef Noggler) che ha l'obiettivo, in particolare, di definire le aree di pascolo protette e regolare il prelievo di lupi nel caso di esemplari problematici. Le zone di pascolo protette, nelle quali non è possibile adottare misure preventive per la protezione da predatori degli animali al pascolo, sono definite da un decreto del direttore del dipartimento competente.

La proposta stabilisce le condizioni per l'adozione delle misure da parte del presidente della Provincia (si cita a questo proposito l'articolo 16 della direttiva 92/43/Cee), in particolare per quanto riguarda lo stato di conservazione favorevole della specie "canis lupus" e i danni significativi causati da questa al bestiame. In particolare, si prevede che, in caso di urgenza, dopo un periodo di dieci giorni previsto per l'elaborazione della perizia dell'Ispra e del parere dell'Osservatorio faunistico della Provincia, il presidente della Provincia possa autorizzare il prelievo di ibridi della specie "canis lupus", anche sulla base di una sola delle due perizie.

Aprendo la discussione generale, Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde), dopo aver osservato che il ddl ha "solo scopo elettorale", ha detto di "non avere tabù sul prelievo dall'ambiente dei predatori problematici che minano la convivenza tra l'uomo, l'animale più aggressivo sulla terra, e gli altri animali". Però, ha aggiunto, "il tema del prelievo è strettamente legato a quello dell'accettazione della presenza della natura intorno all'uomo e questo imponeva di archiviare la parola d'ordine 'Wolf-freies Südtirol' (Alto Adige libero dal lupo)". Franz Locher (Svp), co-firmatario del disegno di legge, ha chiarito che con la poposta "si vuole tutelare anche il bestiame di allevamento ed il sistema agricolo storico della provincia" ed ha aggiunto che "in Svezia, che pure fa parte della Ue, c'è la possibilità di ridurre il numero di lupi". Marco Galateo (Fratelli d'Italia) ha osservato che "va protetta la specie, non il singolo capo".

"Ci si può fidare dei contadini - ha aggiunto - che vanno sostenuti nella loro richiesta di protezione, considerando anche che le leggi attuali sono state fatte quando il lupo davvero rischiava l'estinzione". Peter Faistnauer (Perspektiven Für Südtirol) ha rilevato "i tempi record di elaborazione e presentazione del disegno di legge, chiedendo perché, se è così necessario, non sia stato fatto prima, nelle diverse occasioni in cui sono state predate decine di pecore". Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha parlato di "campagna elettorale per eccellenza", sostenendo che "la legge non è applicabile e mette i cacciatori a rischio di denuncia penale".

Helmut Tauber (Svp) ha sottolineato che, in Alto Adige, "l'agricoltura è attiva con grande diligenza ed il collegamento con il turismo limita l'abbandono delle aree rurali. I grandi predatori qui non hanno spazio, c'è bisogno di sicurezza per la società e di certezza del diritto". Sandro Repetto (Pd - Liste civiche) ha giudicato carente la legge che potrebbe aprire la strada a ricorsi. Ha aggiunto che sosterrà la proposta "proprio perché dà un segnale, ma si tratta di una mossa elettorale e questo non è etico. La legge sarà sicuramente impugnata e, comunque, si poteva fare tre anni fa".













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