Violenze

«Gli uomini non sanno perdere, bisogna educare al fallimento»

Il fondatore dell’Asdi sui femminicidi, la violenza e la difficoltà di affrontare una separazione. «Evento ancora troppo sottovalutato, frutto e causa di un disagio inespresso. Per questo è fondamentale chiedere aiuto»


Maddalena Ansaloni


BOLZANO. «La separazione è un evento ancora troppo sottovalutato», spiega Elio Cirimbelli, fondatore dell'Asdi Bolzano, centro di mediazione familiare, ospite ieri della riunione di redazione. L'associazione da quasi 40 anni si occupa di offrire aiuto alle famiglie che stanno affrontando un momento di crisi nella loro vita relazionale. In questi decenni da mediatore, Cirimbelli ha visto migliaia di coppie e di famiglie nel delicato momento della rottura. «Il disagio più grande non deriva dalla separazione in sé, ma da come questa viene portata avanti», spiega. In Trentino c'è stato l'ennesimo femminicidio. Cirimbelli porta l'esperienza di anni di ascolto: «L'uomo è più fragile e spesso fatica a perdere. Per questo è fondamentale educare i figli al fallimento. In caso di separazione dovrebbe essere obbligatoria una mediazione, in modo che il disagio sia espresso e che entrambi prendano coscienza della rottura».

L'Asdi è nata con più obiettivi in una società diversa. Cos'ha visto cambiare negli anni?

Sono cambiate moltissime cose, ma le forme del disagio, ad esempio, no. Ho fondato l'Asdi nel 1986, ma già dal 1981 avevo iniziato ad occuparmi delle famiglie. Quando faccio gli incontri porto sempre l'esempio della famiglia "Mulino bianco", quella che vedevamo nelle pubblicità, e da cui eravamo affascinati. Eppure è un'immagine distorta, e il fatto che oggi siamo ancora qui che ne parliamo, significa che non sono stati fatti grandi passi avanti. Oggi in più abbiamo l'isolamento, un malato culto dell'io, e soprattutto una grande difficoltà ad esprimere un disagio.

Questa è una delle cause principali che portano alla separazione?

Chi percepisce questo disagio prima o poi parte per la tangente, che può essere un innamoramento fuori dalla coppia, non solo verso una persona, ma anche verso il lavoro ad esempio, tutto quello che può condurre fuori casa e fuori dalla vita di coppia. Se si arriva a questo, significa che c'era già qualcosa che scricchiolava. Chi porta avanti il disagio non vede altro che questa strada, e per l'altro è difficile da accettare.

E qui subentra l'aiuto…

Sì, fondamentale. E secondo me dovrebbe essere più presente. La mediazione familiare è stata inserita nel "Family Act", solo come una possibilità, ma secondo me deve essere un percorso obbligatorio quando ci si separa, come avviene in altri paesi. Dico questo perché la mediazione può fare in modo che, quando una coppia si separa entrambi arrivino alla consapevolezza che questo amore è finito. Quasi mai mi è capitato di vedere una coppia venire a chiedere supporto con entrambi convinti della separazione. La statistica ci dice che in grandissima percentuale è la donna a volerla.

Come si spiega questi amori malati, che poi non sono amori?

Possesso. La donna cerca l'emancipazione e l'uomo non può accettarlo. Lo abbiamo visto in molti casi, è l'uomo che fatica a perdere, a capire che un amore è finito. Spesso c'è la paura di restare da solo, mentre il "focolare" rimane alla donna. Dobbiamo educare i nostri figli, facendo capire loro che nella vita si può perdere. Alla prima difficoltà, quando si ama in modo sbagliato, si pensa di perdere ciò che si "possiede" e si esplode.

Però sui femminicidi deve essere scattato qualcosa. È possibile che sia diventata una delle opzioni uccidere la compagna?

Anche qui c'entra la fragilità dell'uomo. Se si mette in testa che perde anche i figli, invece non è così, perde la casa, può piombare in una sorta di disperazione, ma se ciò ti porta all'esasperazione significa che c'è della fragilità di fondo. Si vede che la donna tende ad essere più forte. L'uomo tendenzialmente fa fatica a mettersi in discussione, a chiedere aiuto.

Tornando al tema della separazione, cosa provano i figli durante una rottura?

Nelle separazioni si parla poco dei figli. Quando dico: sistemato l'aspetto economico, per molti si è sistemato tutto, non dico qualcosa così fuori dalla realtà. Da qualche anno abbiamo dato il via ad un gruppo di parola per i figli delle famiglie separate. Incontri dove aiutiamo questi bimbi o questi ragazzi ad esprimersi. Nell'ultimo incontro partecipano anche i genitori, e ognuno dei figli consegna loro delle lettere. Da qui vengono fuori cose grandi, loro vogliono solo sentirsi amati dai genitori.













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