la votazione

Green pass rafforzato anche per i politici: il consiglio altoatesino dice sì

17 sì, 6 no e 5 astensioni per il voto proposto dalla Svp. Ora il caso sarà discusso con ministro Speranza



BOLZANO. Green pass rafforzato anche per i politici. Questo è quello che prevede il voto di oggi, 10 febbraio, del consiglio provinciale di Bolzano. Con 17 sì, 6 no e 5 astensioni.

E' stato Gerhard Lanz (Svp) ha proporre il voto cofirmato dai conss. Lanz, Tauber, Mattei e Vettori, spiegando che se si impone alla cittadinanza una certa regolamentazione per lavorare ed accedere a certi servizi, questa regolamentazione deve valere anche per i consiglieri e le consigliere.

Ha detto di aver proposto il documento ai colleghi di tutti i gruppi, e che Diego Nicolini, Sandro Repetto e Paul Köllensperger lo avevano co-firmato. Il documento ricordava che a partire dal 15 febbraio era in vigore l’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori e le lavoratrici del settore pubblico e privato che hanno già compiuto 50 anni o li compiono entro il 15 giugno, e che più volte i consiglieri e le consigliere provinciali avevano dichiarato che non vogliono privilegi e che il green pass rafforzato deve essere applicato immediatamente anche al Consiglio provinciale e al Consiglio regionale.

Mancavano però ancora le norme statali in merito all’applicazione del green pass rafforzato sul luogo di lavoro dei politici; poiché in linea di principio negli spazi e per le riunioni di tutti gli organi politici di tutte le Regioni e Province italiane dovrebbero valere le regole applicate ai lavoratori e alle lavoratrici e alle associazioni, le riunioni politiche non dovevano essere escluse dall’applicazione del green pass rafforzato.

Pertanto, ai fini di chiarire e disciplinare definitivamente questo aspetto a livello statale, egli chiedeva di sollecitare Governo e Parlamento a stabilire immediatamente come applicare il green pass rafforzato alle sedute e riunioni a tutti i livelli politici affinché sia possibile adottare quanto prima le misure del caso.

Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha riferito di condividere il principio del pari trattamento, aggiungendo però che il diavolo sta nei dettagli, in quanto in questo caso si sarebbero esclusi consiglieri e consigliere che rappresentavano legittimamente una parte della popolazione. Inoltre, mentre l’Italia si apprestava ad alleggerimenti delle misure, la Provincia di Bolzano introduceva irrigidimenti, proponendo essa stessa allo Stato, quale provincia delle minoranze, di procedere con esclusioni.

Franz Ploner (Team K) ha segnalato che si trattava alla fine dell'obbligo vaccinale per le persone sopra i 50 anni, e chiarito che in base ai dati del Ministero al di sopra di questa età era vaccinato quasi il 90%.

Josef Unterholzner (Enzian) si è detto assolutamente contrario al Green pass rafforzato e ha annunciato voto contrario. IL GP rafforzato non è sensato e tutti sanno che il vaccino non è in linea con le aspettative, ed era giunto il momento di eliminare regole distruttive. Nn si trattava di un vaccino, bensì di une sperimento con valenza provvisoria, di cui si trascuravano gli effetti secondari. Lui avrebbe votato contro non in quanto favorevole a privilegi per i politici, ma perché il GP rafforzato andava abolito per tutti.

Ulli Mair (Die Freiheitlichen) si è detta convinta che la politica non debba godere di privilegi, tuttavia non era il caso di mandare un voto al Governo perché lo stato dicesse come si devono organizzare sedute e riunioni politiche: sarebbe bastata una nota chiara del presidente del Consiglio o un decreto del presidente della Provincia, che già in passato non sempre era andato sulla stessa strada dei decreti statali. Se ci si voleva rivolgere allo stato, bisognava farlo se mai per togliere questa regolamentazione.

Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha detto di ritenere che il diritto debba valere per tutti, ma anche che i Parlamenti devono poter funzionare, per rappresentare i cittadini e le cittadine: se il collega Unterholzner non potesse esser in aula in quanto non vaccinato, potrebbe rappresentare i cittadini non vaccinati? La questione è importante e non va banalizzata: l’esercizio del mandato democratico, anche online o in luoghi separati, va garantito.

Hanspeter Staffler (Gruppo verde) ha ribadito che il voto non era semplice, e ribadito che la situazione stava migliorando. Se in autunno essa fosse di nuovo peggiorata, sarebbe stato ancora più importante che i Parlamenti potessero lavorare a pieno ritmo: già nella prima parte della pandemia era stato lasciato troppo spazio agli esecutivi. Il consigliere ha ricordato anche che si era costretti gli operatori sanitari a farsi vaccinare, in quanto la struttura sanitaria è una struttura critica della società. Lo stesso valeva per i Parlamenti, che in situazioni critiche dovevano lavorare meglio che in altre situazioni, e da questo punto di vista egli avrebbe sostenuto la mozione, ma essendo ormai disponibili mezzi digitali, c’era comunque la possibilità di partecipare anche per chi non voleva farsi vaccinare.

Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha evidenziato che Lega e SVP a Roma avrebbero abbastanza rappresentanti per attivarsi su questo tema, invece hanno preferito agire con un voto in Consiglio, che è solo una foglia di fico. Ha ribadito che proprio ora che si dovrebbe procedere con alleggerimenti, un’iniziativa come questa è chiaro che serve solo a soddisfare gli appetiti di qualcuno. Ha quindi annunciato voto contrario, chiedendo di ritirare il voto.

Anche Josef Unterholzner (Enzian) ha chiesto al presentatore di ritirare il voto.

Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde) ha ricordato che in 15 anni che lui era in Consiglio erano stati approvati tanti voti, ma mai uno era stato preso sul serio dal Parlamento: essi sono quindi bandierine, ai fini di politica interna. C’era però una Consulta dei presidenti dei Consigli delle regioni e delle province autonome, dove Kompatscher sedeva: una decisione in quella sede avrebbe ottenuto molto più ascolto. Ha chiesto poi cosa si intendesse con “sedute e riunioni a tutti i livelli politici”, perché questo faceva la differenza.

Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha chiarito che molti argomenti contro il voto erano stati in realtà per il voto, considerano che molti cittadini erano infastiditi da questa eccezione. Non sarebbe bastata un’ordinanza, perché le istituzioni e il potere legislativo sono protetti dalla Costituzione. A livello nazionale non si è osato estendere questo obbligo ai Parlamenti, per permettere l’esercizio del limite mandato, ed ecco perché il presidente del Parlamento Fico ha preso autonomamente l’iniziativa dell’obbligo per i deputati, ma l’eccezione vale solo per il Parlamento, il consiglio non può darsi autonomamente una regola in merito, e non può farlo nemmeno il Landeshauptmann.

Con un simile voto, lui si sentirá legittimato a sottoporre la richiesta al Ministro Speranza, dando un segnale a Roma per prendere dei passi in questa direzione.

Il voto è stato approvato con 17 sì, 6 no e 5 astensioni.













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