Il funerale

L'ultimo saluto a don Cristelli, il prete "scomodo"

Una folla a Miola di Piné per l'addio al prete giornalista interprete del Concilio Vaticano II. Fu vicario parrocchiale a Oltrisarco e poi tra i fondatori del sindacato regionale dei giornalisti. Il vescovo di Trento Lauro Tisi: «Non sempre la Chiesa ha saputo cogliere le sue provocazioni»

 

 



MIOLA DI PINÈ. La chiesa di Miola di Piné si è riempita oggi pomeriggio (26 aprile) per l’ultimo saluto a don Vittorio Cristelli, il prete giornalista morto a 93 anni e che ha segnato un’epoca come direttore di Vita Trentina, il settimanale della diocesi. 

Amici, colleghi, allievi di un tempo. Accanto alla bara anche l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi. Significative le sue parole, quando ha detto che «non sempre la chiesa trentina ha saputo cogliere le sue provocazioni».

Cristelli, a lungo direttore del settimanale diocesano (dal 1967 al 1989), è stato un sacerdote a suo modo rivoluzionario per i tempi, incarnando appieno il periodo conciliare: non per niente è stato definito "giornalista del Concilio" da alcuni suoi collaboratori oggi giornalisti. È spirato nelle prime ore di mercoledì 24 aprile, alla Casa del Clero di Trento, dov'era ospite da qualche anno. 

Fu anche tra i fondatori del Sindacato regionale giornalisti nel 1972, ed esponente di primo piano della Federazione nazionale della Stampa italiana, ricoprendo l'incarico di consigliere nazionale Fnsi.

Nato il 28 novembre 1930 in Belgio, a Chatelineau, dove il padre era emigrato con la famiglia da Miola per fare il minatore, don Vittorio venne ordinato sacerdote nel 1955. Fu inizialmente vicario parrocchiale a Mori e Oltrisarco-Bolzano (1957-1961); quindi catechista a Trento frequentando la facoltà di filosofia a Padova. Divenne professore in Seminario a Trento (1966-1967), direttore della Scuola di preparazione sociale (1962-1982); dopo gli anni da direttore di Vita Trentina, per il quale fu anche opinionista nei primi anni Duemila, fu anche docente alla Scuola di servizio sociale per educatori professionali (1962-2005).

Nel 2009 fu nominato "Trentino dell'anno" e nel 2010 ricevette l'Aquila di San Venceslao.













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